Bruxelles – Il Parlamento europeo chiede che l’Ue avvii una procedura formale contro l’Ungheria per la reiterata violazione dei diritti umani. In una risoluzione approvata oggi, i deputati hanno affermato che la situazione in Ungheria giustifica l’avvio della procedura che potrebbe portare a sanzioni contro il Paese.
La questione fu discussa in Aula lo scorso aprile, ed oggi i deputati hanno dichiarato che “la situazione dei diritti fondamentali in Ungheria giustifica l’avvio della procedura formale per determinare se in uno Stato membro ci sia un ‘evidente rischio di grave violazione’ dei valori dell’Ue”.
La risoluzione, presentata da S&D, Gue, Verdi e Alde, è approvata con 393 voti favorevoli, 221 contrari e 64 astensioni e ha spaccato i popolari di cui una buona parte, 64, hanno votato a favore delle sanzioni contro il collega di partito Orban, tra cui 3 italiani: Giovanni La Via, Aldo Patriciello e Herbert Dorfmann, mentre in 40 si sono invece astenuti.
Nel testo si chiede:
· l’attivazione dell’articolo 7 del Trattato di Lisbona, paragrafo 1: i deputati incaricano la commissione per le libertà civili di elaborare una risoluzione formale da votare in Plenaria,
· che il governo ungherese abroghi le norme contro i richiedenti asilo e le organizzazioni non governative e che raggiunga un accordo con le autorità statunitensi, consentendo all’Università dell’Europa centrale di rimanere a Budapest come istituzione libera, e
· che la Commissione europea controlli rigorosamente l’utilizzo dei fondi UE da parte del governo ungherese.
Secondo i deputati, i recenti sviluppi in Ungheria “che hanno portato ad un grave deterioramento dello Stato di diritto, della democrazia e dei diritti fondamentali, rappresentano un banco di prova per la capacità dell’Unione di difendere i suoi valori fondanti”. Hanno inoltre ribadito la necessità di istituire un meccanismo di salvaguardia dei valori fondamentali dell’Ue, come già sostenuto in una risoluzione dell’ottobre 2016.
L’articolo 7 del Trattato sull’Unione europea prevede un meccanismo per far rispettare i valori dell’Ue. Secondo il paragrafo 1, il Consiglio può stabilire l’esistenza di un chiaro rischio di grave violazione dei valori dell’Ue da parte di uno Stato membro, e mira ad impedire una vera e propria violazione, rivolgendo specifiche raccomandazioni allo Stato membro in questione. Può essere attivato da un terzo degli Stati membri, dal Parlamento o dalla Commissione. Il Consiglio deve poi adottare una decisione a maggioranza di quattro quinti, e avere il consenso del Parlamento, che deve prendere tale decisione con i due terzi della maggioranza dei voti espressi e una maggioranza assoluta dei deputati europei.
La fase successiva è prevista dal paragrafo 2, nel quale il Consiglio può determinare una reale violazione dei valori dell’Unione su proposta di un terzo degli Stati membri o della Commissione. Il Consiglio deve poi decidere all’unanimità e il Parlamento deve dare il proprio consenso. L’articolo 7, paragrafo 3, introduce sanzioni, come la sospensione dei diritti di voto in seno al Consiglio.