Bruxelles – “E’ auspicabile spingere per gli incentivi fiscali negli Stati membri sulle auto a carburante alternativo”. Ne è convinto Massimiliano Salini, eurodeputato di Forza Italia e relatore ombra per il Ppe dell’opinione del Parlamento europeo sulla strategia della Commissione per ridurre le emissioni nell’Ue nel settore dei trasporti. “I Paesi dell’Ue dovrebbero accettare questa sfida, rinunciando ad una porzione di proventi da Iva o altro”, ha aggiunto Salini parlando dell’esempio di Volkswagen, “che in Italia ha messo in conto di abolire l’Iva per i veicoli a carburante alternativo”.
“L’incentivo fiscale sui veicoli a basse o zero emissioni fa parte della strategia della Commissione per ridurre le emissioni di Co2 nel settore dei trasporti”, ha spiegato l’eurodeputato nel corso di un’intervista a Eunews. “Il problema è che ci si scontra con i Trattati, che prevedono che i 28 Paesi membri siano autonomi nella loro politica fiscale”. Secondo Salini serve agire il prima possibile, poiché “è allarmante che il fabbisogno energetico europeo sia ancora legato per il 94% al petrolio”, ma il piano della Commissione per i trasporti è “ben finanziato: 40 miliardi su un totale di 70 saranno destinati al settore”.
Qual’è la posizione del Parlamento europeo sulla questione? “I Verdi spingono per l’elettrificazione del trasporto su strada. Ma a mio parere è sbagliato limitare le possibilità: meglio essere neutrali sulle tecnologie alternative. Poi saranno i consumatori e il mercato a fare la giusta selezione”, ha dichiarato Salini. “Anche perché per poter utilizzare così tanta energia elettrica dovremmo aumentare in modo smisurato la sua produzione, ricorrendo a centrali a carbone. Sarebbe un gatto che si morde la coda”. L’altro tema chiave è il passaggio ai biocarburanti di seconda generazione: “Il Parlamento europeo è d’accordo sulla Commissione sulla necessità di questo percorso, ma con tempistiche diverse”, ha spiegato l’eurodeputato del Ppe, secondo il quale il cambiamento “deve essere compiuto con intelligenza e gradualità”. “Negli ultimi anni in Europa ci sono stati massicci investimenti – spesso su richiesta della stessa Ue – da parte dell’industria su biocarburanti di prima generazione, di questo bisogna tener conto per consentire la continuità degli investimenti”, ha spiegato Salini.
Il mercato europeo ha fatto registrare un netto aumento della vendita di auto elettriche e a gas. Si può parlare di un cambio di mentalità? “Sicuramente il veicolo a carburante alternativo piace, ma questo è dovuto a diversi fattori. In Italia molte persone scelgono il gpl per risparmiare più che per non inquinare. Anche perché il nostro Paese gode di una rete molto più sviluppata che in altri Paesi europei per il rifornimento di gas”, ha sostenuto l’eurodeputato di Forza Italia. Ma c’è anche un “aumento importante nella vendita di macchine elettriche e ibride. E’ una nuova cultura, ma resta ancora appannaggio di fasce a reddito alto a causa dei prezzi elevati”. Come procedere allora? Secondo Salini è “necessario un intervento europeo a livello infrastrutturale”. L’importante è “mixare le varie opzioni disponibili (a livello di carburanti alternativi, ndr), senza abbandonare le opzioni classiche”. “Penso – ha concluso il membro della commissione trasporti dell’europarlamento – alle innovazioni del diesel, che negli ultimi anni sta facendo passi da gigante. Non deve necessariamente scomparire”.