Bruxelles – La Commissione europea ha deciso oggi di avviare una procedura di infrazione contro l’Italia perché il nostro Paese non avrebbe fatto tutti i controlli necessari ad assicurarsi che uno scandalo simile a quello del Dieselgate non abbia riguardato la Fiat Chrysler Automobiles.
La procedura di infrazione è una conseguenza delle accuse lanciate nei mesi scorsi dal governo tedesco sull’utilizzo di dispositivi illegali su alcuni modelli euro 6 di Fca, nello specifico la 500 X. E in particolare di un sistema di “disattivazione” dei sistemi di controllo delle emissioni dopo 22 minuti dall’accensione, giusto due minuti in più della durata del test di omologazione in vigore oggi in Europa. Da questa accusa Fca si è sempre difesa sostenendo che non si deve parlare di “disattivazione”, ma di “modulazione”, e che tale modulazione è necessaria per proteggere il motore da guasti. Una posizione fatta propria anche dal nostro ministero dei Trasporti, che è l’ente responsabile delle omologazioni in Italia.
Nel corso della procedura di mediazione la Commissione ha esaminato con attenzione i risultati delle prove delle emissioni di NOx fornite dall’autorità di omologazione tedesca (Kraftfahrt-Bundesamt), così come le ampie informazioni tecniche fornite dall’Italia sulle strategie di controllo delle emissioni adottate da FCA sulla 500 X. L’esecutivo non è stato evidentemente convinto della versione italiana e ha deciso di inviare una lettera di costituzione in mora in cui chiede al nostro Paese di dare una risposta alle preoccupazioni circa l’adozione di misure insufficienti per quanto riguarda le strategie di controllo delle emissioni usate dalla Fiat.
“Lo scandalo sulle emissioni ha dimostrato che la responsabilità di far rispettare la legge e di punire coloro che la violano non può essere lasciata esclusivamente ai singoli Stati membri” ha dichiarato Elżbieta Bieńkowska, commissaria al Mercato interno e l’industria secondo cui “sono in gioco la fiducia e la salute dei cittadini”.
“Mi è spiaciuto apprendere che nonostante tutte le informazioni dettagliate fornite alla Commissione e alla Germania, intendiate aprire la procedura d’infrazione. Ciò è particolarmente deludente”, ha affermato Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio sottolineando “che non si condividono i presupposti su cui è stata proposta alla Commissione di avviare una procedura di infrazione al Governo italiano per Fca”.
In base alla legislazione vigente dell’Ue, spetta alle autorità nazionali verificare che un tipo di automobile soddisfi tutte le norme comunitarie prima che le singole auto possano essere vendute sul mercato unico. Qualora un costruttore di automobili violi gli obblighi normativi, le autorità nazionali devono adottare misure correttive e applicare sanzioni effettive, proporzionate e dissuasive stabilite nella legislazione nazionale.
La Commissione sta monitorando da vicino l’esecuzione di tali norme da parte degli Stati membri e ha già avviato procedure di infrazione nei confronti degli Stati membri che hanno rilasciato le omologazioni per il gruppo Volkswagen in Europa per non aver applicato le sanzioni stabilite dalle loro disposizioni nazionali, nonostante l’uso di un software di manipolazione illegale da parte di tale gruppo.
La lettera di costituzione in mora è la prima fase di una procedura di infrazione, l’Italia ha ora due mesi a disposizione per rispondere alle argomentazioni avanzate dalla Commissione, in caso contrario la Commissione può decidere di inviare un parere motivato.