Bruxelles – La sentenza della Corte di Giustizia europea sull’accordo commerciale Ue-Singapore fa chiarezza, ma restano dei punti da approfondire e chiarire per il futuro della politica commerciale Ue e per lo stesso ruolo del Parlamento europeo. Lo afferma in una nota Alessia Mosca, europarlamentare del Partito Democratico e capogruppo dei Socialisti e Democratici nella commissione parlamentare Commercio Internazionale.
“La sentenza della Corte è una buona notizia nella misura in cui, finalmente, si fa chiarezza sull’esatta ripartizione delle competenze tra Unione e Stati membri in merito alla politica commerciale. Tuttavia – afferma Mosca -, non nascondo la preoccupazione sul futuro della stessa politica commerciale europea, che è – tra l’altro – uno dei principali vettori del processo di integrazione: quale credibilità potremmo sperare di avere con i nostri partner, nei futuri negoziati, se qualunque accordo raggiunto dopo anni di trattative potrà essere, di fatto, bloccato da un solo parlamento nazionale o, addirittura, regionale?”.
Mosca ritiene che “i punti che dovremo seriamente e approfonditamente discutere, al più presto, siano due: qual è il senso, e il ruolo, del Parlamento Europeo? E’ l’unica istituzione democraticamente eletta da tutti i cittadini dell’Unione ma questa discussione sembra affermare che il suo voto non tuteli quello stesso principio democratico. Dobbiamo fare attenzione, perché la strada che si è intrapresa è molto scivolosa”.
Secondo l’europarlamentare “il secondo tema è il coinvolgimento dei parlamenti nazionali: non sarebbe più pratico – oltre che più efficace – prevedere un meccanismo di consultazione e discussione durante le fasi del processo negoziale, al posto del sistema attuale che dà, in sostanza, diritto di veto a circa 38 soggetti diversi?”.
“Mi sembra siano questioni fondamentali – conclude Mosca -, che vanno persino oltre la politica commerciale e riguardano la nostra concezione dello stare insieme come Unione e il futuro che intendiamo progettare”.