Bruxelles – “L’Intesa tra Parigi e Berlino è una condizione necessaria ma non sufficiente per rilanciare il progetto europeo”. Così il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Sandro Gozi, rispondendo alle domande dei giornalisti al termine della riunione del Consiglio affari esteri dell’Ue.
“Se Francia e Germania non vanno d’accordo in Europa le cose vanno male per tutti, lo dice la storia”, ha aggiunto Gozi, che poi ha spiegato: “Ci deve essere condivisione dell’analisi ma anche dell’azione, come successo in occasione della dichiarazione di Roma. Siamo convinti che l’intesa tra Parigi e Berlino sia necessaria, mi sembra evidente però che non è una condizione sufficiente”. “Dobbiamo creare un gruppo dinamico di Paesi e governi che si prendano la responsabilità di spingere a un ritmo più intenso, come fatto per i 60 anni dell’Unione”, ha continuato l’esponente del governo italiano, sottolineando che “per salvare l’Ue bisogna cambiarla. E per cambiarla bisogna cambiare passo”.
Le priorità per il governo italiano sono chiare: “Serve fare molto di più per gli investimenti a livello nazionale ed europeo. Il tema dell’Unione sociale è fondamentale, così come riformare l’unione monetaria ed economica”. L’Italia è comunque fiduciosa dopo l’elezione alla presidenza francese di Emmanuel Macron: “La sua spinta va certamente nella giusta direzione, che è anche quella di un’Ue più politica e democratica”, ha affermato Gozi. In particolare, c’è soddisfazione per la condivisione da parte del nuovo presidente francese della proposta italiana sulle liste continentali alle prossime elezioni europee: “Macron ha indicato nel suo programma elettorale la proposta di eleggere i 73 eurodeputati britannici in liste transnazionali”. Un’idea che ha incontrato lo scetticismo del presidente della Commissione Jean-Claude Juncker. Come ultimo punto, per Gozi, “è fondamentale togliere i tabù: ieri Merkel e Macron hanno detto che si possono riformare i trattati. E’ un ottimo inizio, perché se si vuole cambiare l’Unione europea non si può limitare il dibattito fin dall’inizio. Vedremo come andrà avanti la discussione, ma l’Italia è fiduciosa”.