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    Home » Editoriali » Cosa (non) ha deciso l’Ue su Xylella e ulivi in Puglia

    Cosa (non) ha deciso l’Ue su Xylella e ulivi in Puglia

    Bruxelles apre a coltivazioni resistenti e alla tutela delle piante monumentali

    Lorenzo Consoli</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/@LorenzoConsoli" target="_blank">@LorenzoConsoli</a> di Lorenzo Consoli @LorenzoConsoli
    16 Maggio 2017
    in Editoriali

    Bruxelles – Si è tenuta ieri a Bruxelles una discussione tra gli esperti degli Stati membri e la Commissione europea sullo stato di attuazione delle misure contro la Xylella fastidiosa, il batterio ritenuto responsabile della sindrome da disseccamento rapido degli ulivi(Codiro) in Puglia, e presente ora anche in alcuni altri paesi Ue.

    La discussione, durante la riunione mensile della sezione fitosanitaia del Comitato permanente Ue su Piante, Animali, Cibi e Mangimi (Comitato Paff), non ha dato luogo per ora a nessuna nuova decisione, ma ha riguardato, tra l’altro, alcuni possibili emendamenti alla Decisione di esecuzione n.789 del 2015 relativa alla Puglia.

    Dopo il Salento, piante infette da diverse subspecie di Xylella sono state rinvenute, a partire dal 2015, anche in Corsica e Sud della Francia, nelle isole spagnole di Maiorca e Ibiza, e anche in Germania.

    Durante la riunione di ieri, agli spagnoli sono state chieste assicurazioni sul confinamento del batterio nelle Baleari, mentre ai francesi sono state richieste le conclusioni di un audit svolto nelle zone infette sul loro territorio.

    L’Esecutivo comunitario ha chiesto poi ai rappresentanti italiani un aggiornamento sulla situazione nella “zona di contenimento”, l’ultima fascia larga 20 km della “zona infetta” che comprende tutta la provincia di Lecce e parte delle due province confinanti di Brindisi e Taranto, in cui si applicano le misure miranti all’eradicazione del batterio, soprattutto mediante l’estirpazione di tutte le piante infette.

    A Bruxelles si pensa che in Puglia non si stiano attuando con la rapidità e la completezza necessarie le misure di eradicazione e di contenimento della Xylella. Inoltre, la Commissione ha chiesto alle autorità italiane dei dettagli sulla legislazione nazionale e regionale, che potrebbero ancora, com’è già successo, rallentare, ostacolare o impedire, l’attuazione delle misure. In particolare, l’eventuale obbligo di estirpazione delle piante infette in certe aree, imposto per decreto governativo, potrebbe essere in evidente rotta di collisione con la Legge regionale n. 14 del 4 giugno 2007, che prescrive il censimento e la tutela degli ulivi monumentali.

    Per quanto riguarda gli emendamenti alla Decisione 789 del 2015, si è prospettata innanzi tutto la possibilità di reimpiantare nella zona contaminata in Puglia due varietà (“cultivar”) di ulivo, la Leccina e la Fs-17 “Favolosa”, che secondo diverse ricerche esaminate dall’Efsa (l’Autorità Ue di Sicurezza alimentare) sarebbero risultate tolleranti alla Xylella. La Fs-17, in particolare, è stata sviluppata dagli stessi istituti scientifici di Bari e dintorni che hanno gestito fino a poco tempo fa, in regime di quasi monopolio, tutte le analisi sul terreno e tutta la ricerca sulla Xylella e sulla sua patogenicità. La “Favolosa” è poi stata brevettata come tollerante al batterio dall’Istituto per i sistemi agricoli e forestali del Mediterraneo (Isafom) del Cnr.

    Il reimpianto di queste cultivar “resistenti” sarebbe autorizzato, se sarà approvato l’emendamento discusso ieri, in deroga al divieto generale di impianto di piante ospiti nella zona infetta, previsto dall’articolo 5 della Decisione Ue 2015/789.

    Un altro emendamento in discussione riguarda la possibile deroga dagli obblighi di espianto per gli ulivi plurisecolari “monumentali” in particolare nella “zona cuscinetto”, che si estende su una fascia larga 10 km fuori dalla delimitazione e a ridosso della zona infetta.

    Secondo la Decisione 2015/789, in caso di nuovi focolai nella zona cuscinetto (come ovunque fuori dalle zone delimitate), le piante potenziali “ospiti” della Xylella che si trovano nel raggio di 100 metri da un albero infetto andrebbero tutte estirpate, anche se sane. La Regione Puglia sostiene che gli ulivi monumentali non possano essere rimossi in virtù della già citata Legge regionale n. 14 del 4 giugno 2007, che li tutela.

    Rispondendo a una lettera del Governatore della Puglia, Michele Emiliano, il mese scorso, la Commissione aveva lasciato aperta la possibilità di salvare questi ulivi monumentali, a condizione che vi fossero dei piani concreti per evitare l’ulteriore propagazione del batterio, attraverso “l’installazione di reti” attorno agli alberi, o “con altri mezzi”, per fermare la Sputacchina, il minuscolo insetto vettore della Xylella. Bruxelles sosteneva che sarebbe “cruciale un esame approfondito” di questi piani, “tenendo conto della loro fattibilità, dei costi, e della loro efficacia”.

    Quest’apertura dell’Esecutivo Ue, tuttavia, sembra per ora limitata ai solo ulivi monumentali sani situati nella “zona cuscinetto”, e comunque fuori dalla zona infetta, mentre non viene menzionato il caso di ulivi monumentali trovati infetti nella zona di contenimento, che potrebbero essere ben più numerosi.

    Oggi pomeriggio, da Strasburgo, gli europarlamentari ed ex ministri salentini Paolo De Castro (Pd) e Raffaele Fitto (Conservatori e Riformisti, ex Forza Italia) hanno annunciato in un comunicato stampa che “la Commissione Ue permetterà nelle zone infette dalla Xylella il reimpianto delle due varietà di olivo, Leccino e Favolosa, risultate tolleranti al batterio”. I due eurodeputati si sono detti “molto soddisfatti della decisione presa dalla Commissione, che accoglie finalmente la richiesta del governo italiano e che abbiamo sostenuto anche attraverso un interrogazione parlamentare presentata lo scorso 5 luglio”.

    De Castro e Fitto, contrariamente a quanto riferisce l’Esecutivo Ue secondo cui ieri il Comitato Paff non ha deciso ancora nulla, annunciano che  “l’ufficialità arriverà il 19 giugno prossimo, ma la decisione presa dal Comitato fitosanitario” è stata “sostenuta da tutti gli Stati membri ad eccezione solo della Francia”.

    I due eurodeputati puntano molto su questa misura che, affermano, “permetterà di creare le condizioni per rilanciare le attività imprenditoriali degli olivicoltori”.

    In sostanza, sembra prospettarsi una massiccia campagna di riconversione del settore olivicolo in Puglia, con l’innesto, in tutti gli ulivi minacciati dalla Xylella, delle cultivar resistenti (e brevettate) che sostituirebbero ovunque le altre varietà finora coltivate.

    De Castro e Fitto hanno anche ricordato che il Comitato fitosanitario Ue “ha discusso della possibilità di non procedere all’abbattimento di quegli esemplari monumentali, imprescindibili per la conservazione del valore paesaggistico pugliese”, senza menzionare il fatto che per ora la Commissione si è limitata a dirsi disponibile a riconoscere la tutela degli ulivi monumentali solo in casi molto limitati.

    Sempre da Strasburgo, Rosa D’Amato, un’altra eurodeputata pugliese (eletta a Taranto e attualmente capodelegazione del M5s), ha messo in dubbio oggi, con una nota per la stampa, le prove scientifiche a sostegno della proposta di Bruxelles sulle cultivar resistenti, e le ragioni di “quest’accelerazione dopo mesi di attendismo”. Secondo D’Amato, “la possibilità di reimpiantare alcune varietà di olivo è una buona notizia per il settore. Ma la scarsa trasparenza con cui sta avvenendo questo processo ha causato un aumento dei prezzi, in particolare della ‘Favolosa'”. Un aumento dei prezzi che secondo l’europarlamentare è “più che sospetto e soprattutto dannoso per le già fragili casse degli olivicoltori”.

    “Non vorrei – ha concluso Rosa D’Amato – che sul filo Puglia-Bruxelles qualcuno abbia lavorato e stia lavorando a un business dei reimpianti sulla pelle degli agricoltori”.

    Tags: abbattimento uliviPugliaulivixylella

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