Bruxelles – Jeremy Corbyn ha lanciato ufficialmente la campagna dei Laburisti in vista delle elezioni britanniche del prossimo 8 giugno. Lo ha fatto ieri nella città di Manchester, storica roccaforte della sinistra d’oltremanica, davanti ai propri sostenitori. “Questa elezione non riguarda solo la Brexit. La questione ora è: quale sorta di Brexit vogliamo e quale Paese vogliamo che sia la Gran Bretagna dopo l’addio all’Ue?”, ha affermato Corbyn.
La battaglia si annuncia durissima, con i Tories di Theresa May dati fin dall’inizio in netto vantaggio rispetto al Labour. Ma Corbyn vuole provarci fino all’ultimo: “Avete quattro settimane per rovinare i Conservatori”, ha detto il leader laburista ai suoi sostenitori. I paletti sono alti. Sappiamo dalle elezioni locali della scorsa settimana quanto la sfida sia difficile”, ha spiegato Corbyn, facendo riferimento alla storica sconfitta nelle elezioni amministrative dello scorso 4 maggio, in occasione delle quali è andato perduto anche il fortino di Glasgow, laburista da settant’anni. Ma il Labour non perde speranza: “Dobbiamo convincere gli scettici e gli indecisi, coloro che non sono sicuri su quale strada prendere”.
“Per molti, non per pochi” è lo slogan dei Labour per la campagna elettorale. Il partito è ancora spaccato sulla Brexit, della quale Corbyn propone una versione incentrata sul lavoro come priorità (‘Jobs first’). Così il partito si è finora concentrato su problemi di politica nazionale: su tutti l’educazione, la sanità e gli standard di vita, denunciando che “il Paese è attualmente governato dai ricchi”, per i ricchi. Corbyn ha anche annunciato che non si ritirerà dalla guida del partito in caso di sconfitta l’8 giugno. Una mossa inusuale che in tanti sembrano non condividere tra i simpatizzanti del partito.
Gli ultimi sondaggi danno i conservatori addirittura al circa 46% dei consensi ed i laburisti appena al 28%. Pare letteralmente scomparso invece lo Ukip (fermo al 6%), il partito euroscettico guidato fino a pochi mesi fa da Nigel Farage. Un fatto che sorprende poco dato che la Brexit era l’unico vero obiettivo – ora raggiunto – del partito.