Bruxelles – Assoluzione in appello dopo la sentenza di primo grado a tre anni di reclusione per evasione. E’ stato questo il verdetto della Corte d’Appello di Cagliari per Renato Soru, fondatore di Tiscali ed europarlamentare del Pd, che si era autosospeso dal gruppo S&D dopo la prima sentenza che era stata di colpevolezza. I giudici, presieduti da Claudio Gatti, hanno accolto per intero le richieste del sostituto procuratore generale Giancarlo Moi.
Per i giudici l’evasione tributaria c’è stata, e l’ex presidente della Regione Sardegna ha chiuso il contenzioso fiscale pagando oltre 7 milioni tra multe e interessi. Si è trattato però di errori e non c’era l’intenzione di evadere. “Questa sentenza ricostruisce i fatti con oggettività e senza pregiudizi, domani è un altro giorno”, ha commentato Soru, visibilmente emozionato, uscendo dall’aula dopo l’assoluzione. Dopo la condanna in primo grado, sentenza che aveva da subito considerato “ingiusta”, Soru si era dimesso da segretario regionale del Pd, il 5 maggio del 2016. “Ho dimostrato di aver investito su un progetto industriale, quello di Tiscali, e non sul volermi arricchire. Ma questa vicenda si è trasformata in un incubo”, si era difeso davanti al tribunale di Cagliari nel gennaio 2016 Soru.
“La notizia che Renato Soru è stato assolto per il reato di evasione fiscale ci riempie di gioia”, ha dichiarato la capo-delegazione dei deputati Pd al Parlamento europeo, Patrizia Toia. “Abbiamo sempre avuto fiducia nella giustizia – ha continuato Toia – e non dubitavamo che Soru si sarebbe difeso con rigore e serietà, dimostrando in modo limpido la sua innocenza. A lui l’abbraccio affettuoso degli europarlamentari del Pd e mio personale”. “Non va però dimenticato lo sciacallaggio operato contro di lui da alcuni europarlamentari CinqueStelle, come Nicola Pedicini, che in aula chiese le dimissioni di Soru”, ha concluso Toia, chiedendo “all’onorevole Pedicini di porgere le scuse a Soru per le bugie e le infamità dette nei suoi confronti”.