Bruxelles – “Il 2017 sarà l’anno della verità per la protezione dei dati personali”. Ad affermarlo è il garante europeo per la protezione della privacy (Edps) Giovanni Buttarelli presentando alla stampa il bilancio di metà mandato insieme all’assistente garante Wojciech Wiewiórowski. “Non siamo soddisfatti al cento per cento della situazione europea, ora ci aspettiamo un’implementazione delle regole già in atto”, ha sintetizzato Buttarelli che stamane ha presentato anche il rapporto annuale 2016 al Parlamento europeo.
“Per la prima volta nella sua storia l’Edps si è dato un mandato di cinque anni (dal 2015 al 2019, ndr). Abbiamo fissato tre obiettivi principali e alcune priorità e vogliamo essere valutati su questo al termine del nostro mandato”, ha spiegato il garante Ue. Poi ha aggiunto: “Dal primo maggio svolgiamo un’attività di supervisione anche per l’Europol (l’agenzia investigativa europea, ndr). Un lavoro enorme che ci metterà alla prova”. La protezione dei dati personali è in cima all’agenda politica non solo europea ma mondiale, per questo secondo Buttarelli nei prossimi mesi “l’Ue dovrà approfittare dello slancio attuale (con l’approvazione della regolamentazione Gdpr sulla protezione dei dati, ndr) per confermare la sua leadership globale nel settore”.
La Gdpr entrerà definitivamente in vigore il 25 maggio 2018. Fino ad allora ci sarà tempo per alcuni cambiamenti ulteriori, “che colmeranno le falle del regolamento esistente”, ha spiegato Wiewiórowski: da un lato è previsto un pacchetto di protezione dei dati relativo alle istituzioni europee e alle agenzie dell’Ue, dall’altra un regolamento sulla e-privacy. Entrambi i documenti sono “sul tavolo del Consiglio e del Parlamento e dovrebbero essere integrati alla Gdpr entro la scadenza”.
Tra le priorità del Garante Ue, come già annunciato nel corso di un’intervista a Eunews, restano la protezione dei cittadini davanti alla rivoluzione dei big data e dell’intelligenza artificiale. “Sui big data ci sono due scuole di pensiero – ha spiegato Buttarelli. C’è chi ritiene che non sia necessario cambiare le regole davanti all’ultima innovazione tecnologica, e chi invece dice che i big data sono una sfida per le leggi attuali. Credo che noi dovremmo stare nel mezzo”. “Riteniamo – ha continuato l’Edps – che i principi vadano innovati per far fronte alle sfide del futuro. In particolare, l’intelligenza artificiale pone problemi dal punto di vista della trasparenza e della democrazia”. “In futuro i computer sapranno tutto di noi e otterranno informazioni sulla base di algoritmi, il nostro compito è garantire che ciò non arrechi danno alla dignità dei cittadini e alla loro protezione”.