Bruxelles – C’è qualcuno che in Europa si è smarrito. Qualcuno che ha voluto l’Europa e adesso non la vuole più. Con chi ce l’ha il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker? Difficile dirlo, perché il lussemburghese non è nuovo a mandare messaggi in codice. L’ultimo oggi, in occasione della visita del governo estone a Bruxelles, in vista della prima presidenza di turno del Consiglio Ue a guida dell’esecutivo di Tallin. Juncker ha elogiato la repubblica baltica, cogliendo l’occasione per lanciare la sua frecciata. “L’Estonia si comporta come se fosse uno Stato fondatore dell’Ue, mentre alcuni Stati fondatori si comportano come se fossero appena arrivati”. Poche difficili da non capire, destinatario a parte. La critica c’è, ma a chi è rivolta? Non sono molti i soggetti potenzialmente incriminati. I Paesi fondatori dell’Ue sono sei: Italia, Francia, Germania e gli Stati del Benelux (Belgio, Lussemburgo e Paesi Bassi).
Possibile che Juncker ce l’abbia con la Francia? Nel Paese domenica si tengono elezioni considerate chiave per il futuro francese ed europeo, che vedono l’euro-scettica Marine Le Pen in corsa per l’elezione di nuovo presidente. Possibile, ma non dimostrabile. Critiche all’Italia, allora? Nella penisola l’indice di gradimento non è tra i migliori di sempre, e la classe politica, a destra come a sinistra, gioca a prendersela con l’Europa. Anche qui, tutto da dimostrare. Belgio e Paesi Bassi, per motivi diversi, hanno creato dei grattacapi a Juncker. Nel primo caso la regione Vallonia ha bloccato il processo di ratifica dei trattati di libero scambio Ue-Canada, nel secondo caso gli olandesi hanno bocciato l’accordo di associazione con l’Ucraina, la cui entrata in vigore ancora e è tutta da vedere. Possibile che Juncker abbia qualcosa da dire a questi due Paesi, ma l’impressione è che le parole del presidente della Commissione europea nascondano un malcontento generale nei confronti di chi ha perso la forza e la voglia di portare avanti il progetto comunitario. Sembra confermarlo lo stesso Juncker quando sottolinea che “l’Estonia è un paese giovane e pro-europeista, un modello per gli altri”.
AGGIORNAMENTO. Giovedì mattina, interpellato sulla questione se l’Italia fosse uno dei Paesi al quale Juncker si riferiva, il suo portavoce Margaritis Schinas ha risposto che “se il presidente avesse voluto citare l’Italia l’avrebbe fatto”.