Bruxelles – Si scrive economia collaborativa ma si legge Airbnb e Uber, nani che in un lampo sono diventati giganti del settore e ora spaventano gli operatori tradizionali del servizio come albergatori e tassisti. Per questo il Parlamento europeo vuole nuove leggi per regolamentare gli operatori della ‘sharing economy’. Oggi la commissione mercato interno dell’assemblea legislativa europea ha approvato a grande maggioranza (31 voti a favore, 1 contrario e 3 astenuti) una relazione per un’Agenda europea dell’economia collaborativa.
La relazione della commissione Imco sostiene che ci sono “aree grigie nella regolazione” in materia e che lasciando gli Stati membri applicare le proprie regole ognuno a modo suo – come accade attualmente per la sharing economy – c’è un “rischio di frammentazione” del mercato dell’Ue. Il testo ha inoltre accolto con favore il fatto che l’iniziativa della Commissione europea, che l’anno scorso aveva prodotto uno schema su come applicare la legislazione Ue in materia. Ma ciò non è abbastanza: il Parlamento sottolinea come il rapporto della Commissione “non ha portato sufficiente chiarezza sull’applicabilità dell’esistenti regole dell’Ue sui diversi modelli di economia collaborativa”. Per questo gli eurodeputati hanno chiesto all’esecutivo comunitario e ai governi nazionali dei 28 di preparare nuove linee guida. In particolare lo studio invoca che questi ultimi devono “migliorare l’implementazione della legislazione esistente”.
“Con questa relazione ci poniamo apertamente a favore dell’innovazione, pronti a cogliere tutte le opportunità che l’economia collaborativa può dare all’Europa, inserendola in un quadro di regole semplici e comuni”, ha detto il relatore del dossier Nicola Danti (Pd e S&D). “Col voto di oggi, ribadiamo la necessità di un quadro giuridico europeo che chiarisca gli obblighi – anche fiscali – delle piattaforme online e garantisca una concorrenza leale coi settori tradizionali della nostra economia. A tal fine, occorre operare una distinzione chiara tra prestatori di servizi professionali ed operatori occasionali”, ha precisato Danti. Il relatore ha concluso: “La nostra priorità è la tutela dei consumatori europei e la difesa dei diritti dei lavoratori: tanto di quelli dei settori tradizionali quanto dei nuovi lavoratori delle piattaforme collaborative. Lo ribadiremo anche in occasione della definitiva approvazione da parte della plenaria del Parlamento europeo”.
Il testo approvato dovrebbe essere facilmente approvato dall’assemblea europea vista l’elevata maggioranza ottenuta dalla relazione in commissione. Essa non è tuttavia vincolante per gli Stati membri né la Commissione europea.