Roma – Non accenna a sgonfiarsi la polemica sui presunti contatti tra scafisti e organizzazioni umanitarie che operano soccorsi nel Mediterraneo. Il procuratore di Siracusa, Francesco Paolo Giordano, smentisce la tesi del suo collega catanese Carmelo Zuccaro, sostenendo che non gli risulta “nulla per quanto riguarda presunti collegamenti obliqui o inquinanti tra Ong o parti di esse con i trafficanti di migranti”. Ma secondo il leader della Lega, Matteo Salvini, “c’è qualcuno al soldo degli Scafisti”, e quindi il Carroccio ha deciso di presentare una risoluzione al Parlamento europeo per chiedere di considerare l’istituzione di “un albo per registrare e autorizzare le organizzazioni che ricevono finanziamenti dall’estero per oltre 20mila euro”. Il sospetto, spiega l’eurodeputato del Carroccio Lorenzo Fontana, è che “dietro alcune sigle che operano nel Mediterraneo” ci siano “opachi finanziamenti esteri e l’ombra dei paradisi fiscali”.
Proprio quello delle risorse sembra il terreno sul quale la campagna di accuse alle Ong sta incidendo di più. Infatti, secondo uno dei soci fondatori di Sos Mediterranèe, Antonio Romano, dopo i sospetti manifestati dal procuratore Zuccaro e rilanciati da una parte del mondo politico – tra i più attivi il vicepresidente della Camera, Luigi di Maio (M5s) – le donazioni a favore delle associazioni umanitarie “sono crollate verticalmente”.
Le Ong tornano dunque a difendersi dalle accuse, e Stefano Argenziano, responsabile del programma migrazioni di Medici senza frontiere, denuncia una “campagna strumentale e di manipolazione”, partita a suo avviso “lo scorso dicembre, in seguito ad alcune dichiarazioni del signor Fabrice Leggeri”, il direttore di Frontex che anche di recente ha ribadito le sue critiche. “Non abbiamo nulla da nascondere”, assicura Argenziano. Per questo chiede che “se ci sono prove vengano valutate e si faccia chiarezza”, perché finora si sta assistendo solo a un “rimbalzo costante di accuse e illazioni non supportate da alcuna prova indiziale”. L’esponente di Msf sottolinea che “l’unico coordinamento” delle Ong “è con la Guardia costiera italiana”, alle cui indicazioni si attengono le navi che effettuano i salvataggi.
Nella polemica interviene anche la presidente della Camera, Laura Boldrini, per dire che “se ci sono delle responsabilità individuali è giusto che si vada fino in fondo” con le indagini e si puniscano eventuali colpevoli. “Ma non si può penalizzare tutti”, indica l’inquilina di Montecitorio chiedendosi se l’obiettivo dell’attacco sia far si che “le Ong si intimidiscano e non facciano più soccorso a mare”. Se così fosse, indica Boldrini, saremmo di fronte a un “cinismo immorale”.
Per la titolare dello scranno più alto della camera, “l’Italia fa tutto quello che può per salvare vite umane” nel Mediterraneo, e “potrebbe fare di più se il livello di collaborazione con gli altri Stati europei fosse più forte e stringente”. Infatti, conclude, “non dovrebbero essere le Ong” a salvare i migranti “ma uno sforzo collegiale di tutti gli Stati membri” dell’Ue, che dovrebbero mostrare “senso di responsabilità” e mettere “a disposizione mezzi e risorse umane per poter intervenire”.