Bruxelles – Che il posto fisso sia ormai una illusione è cosa ben nota, soprattutto ai giovani, per i quali anche il lavoro è spesso un miraggio. E per chi di loro lo trova il lavoro si materializza con un contratto precario almeno nella metà dei casi in Europa, con le percentuali che salgono in diversi Stati membri, tra cui l’Italia. Secondo le stime Eurostat nel 2016 nell’Unione 26,4 milioni di lavoratori tra i 15 e i 64 anni, il 14,2% di tutta la forza lavoro, hanno un contratto a tempo determinato. Queste percentuali crescono in Polonia (27.5%), Spagna (26.1%), Portogallo (22.3%), Croazia (22,2%) e Paesi Bassi (20,6%). Va molto meglio invece in Romania (1,4%), Lituania (2,0%), Estonia, Lettonia (entrambe 3,7%) e Bulgaria (4,1%).
Queste percentuali crescono però molto se si prende in considerazione la fascia più giovane, quella tra i 15 e i 24 anni. Qui la media europea sale al 43,8% e schizza al 74% in Slovenia, al 72,9% in Spagna e al 70,7% in Polonia. Un po’ più bassi, ma comunque sopra la media comunitaria, i numeri in Portogallo (66,3%), Croazia (64,6%), Francia (58,6%), Paesi Bassi (55,6%), Italia (54,7%), Svezia (54,2%) e Germania (53,2%). Anche qui a fare meglio di tutti sono Romania (5,3%), Lituania (7,8%) e Lettonia (8,3%), tutti sotto il 10%.