Roma – Una multa semestrale da 28 milioni. E’ quanto deve pagare l’Italia all’Unione Europea. Colpa, l’incapacità del nostro Paese a mettere in regola le 200 discariche di rifiuti non a norma e pericolosi. E fintanto che l’Italia non si metterà in regola, continuerà a pagare, seppur in misura decrescente in base alle discariche che man mano verranno “sanate”. E intanto ha già versato una somma forfettaria di 40 milioni, cui si sono aggiunti 85 mila euro di interessi di mora.
Sono Campania e Calabria le regioni che svettano per discariche “non conformi”: ben 48 in Campania tra cui una discarica di rifiuti dichiarati “pericolosi”, e 43 in Calabria (di cui una pericolosa). Seguono Abruzzo con 28, Lazio con 21, ma in pratica, escluse Valle d’Aosta e Molise, non c’è regione che non abbia discariche di rifiuti da bonificare.
Da quando l’Italia e’ stata condannata dall’Unione europea, nel 2014, per la presenza appunto di 200 discariche non regolari, sono state messi a norma 14 siti, mentre per uno e’ stato riconosciuto l’errore di censimento. Alla data del 13 luglio 2015 rimanevano perciò 185 discariche in procedura d’infrazione. A fine 2016 – come specifica il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, rispondendo a una interrogazione presentata alla Camera- eravamo a quota 133, “pari a una sanzione semestrale di 27 milioni e 800 mila euro”.
E c’è da aggiungere che molte amministrazioni locali non ottemperano alle sollecitazioni per intervenire tempestivamente. Tanto che il ministro Galletti parla di “paradosso”. “E’ evidente- dice- che tale sentenza di condanna rappresenti un paradosso. Lo Stato infatti e’ costretto a farsi carico , tanto dal punto di vista amministrativo quanto finanziario, del comportamento omissivo delle amministrazioni locali che nel caso di discariche abusive non ottemperano ai compiti loro assegnati”.