Bruxelles – “Da quel che ci hanno detto è andata malissimo”. La cena di mercoledì sera a Londra tra il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker e la premier britannica Theresa May per parlare del processo Brexit è stata un disastro. Lo confermano oggi a Bruxelles più, autorevoli fonti, dopo che per oltre ventiquattro ore era stato mantenuto il riserbo più assoluto sui risultati dell’incontro al quale ha partecipato anche il negoziatore europeo Michel Barnier e altri alti funzionari dell’Ue e di Londra. Lo stesso Juncker sabato a margine del Consiglio europeo dopo le prime indiscrezioni ha sottolineato che “c’è la sensazione che qualcuno in Gran Bretagna si faccia delle illusioni, deve essere detto chiaramente che è tempo sprecato”
“Sembrano essere su un altro pianeta”, riferisce una fonte diplomatica. In sostanza, a quanto pare, i britannici sono convinti di avere una forza negoziale tale da poter ottenere concessioni straordinarie per l’accesso al Mercato unico. “A quanto pare non si rendono proprio conto della realtà delle cose”, spiegano a Bruxelles, dove si hanno anche dubbi sulla reale preparazione dei negoziatori britannici.
“Mah, non abbiamo ben capito di che livello siano coloro con i quali si dovrà negoziare, certo – aggiunge la fonte – ci sono anche dubbi su quanto il loro ministro per la Brexit David Davies sia in grado di gestire il dossier”.
Dalla cena di mercoledì, sintetizza una fonte del Consiglio Ue, e dai primi contatti con esponenti del governo di Londra “emerge che non c’è nessuna consapevolezza dei costi del recesso”. Forse non ci si intende bene sulle reali possibilità della “relazione profonda e speciale”, che Theresa May ha ribadito anche mercoledì di volere con l’Unione e in particolare sui costi economici che il divorzio avrebbe per Londra, dove si sostiene di non essere obbligati a pagare “neanche un penny” per le spese cui la Gran Bretagna si è impegnata in questi anni di appartenenza all’Unione..
Situazione che poi potrebbe complicarsi, perché “bisognerà anche vedere l’impatto delle elezioni dell’otto giugno, tutte le previsioni dicono che May avrà un mandato rafforzato”.
Il negoziato è già complesso di per sé, e benché, si osserva a Bruxelles, “sembri crescere maggiore ragionevolezza in chi è pronto anche a chiudere le trattative senza un accordo”, il rischio di non firmare nessun documento al termine dei due anni di negoziati non sembra evitato.