Bruxelles – Basta con la retorica del “ce lo chiede l’Europa” è il momento di invertire i ruoli e rivendicare la necessità che ora sia l’Italia a chiedere all’Unione europea, e chiede “più democrazia, più giustizia, più politica”. Matteo Renzi ha scelto di chiudere la campagna per le primarie a Bruxelles, una scelta che “significa che siamo profondamente europei”, che “sono pronto a difendere l’Europa ma la voglio cambiare”, che “tra l’Europa anche come è adesso e i populisti sto con questa Europa, ma voglio costruire un’Europa per i miei figli”. Insomma “Europa sì, ma non così”, è questo lo slogan che l’ex presidente del Consiglio ripete più volte parlando con i giornalisti prima, e davanti a una sala stracolma di sostenitori poi all’Hotel Reinassance, a pochi passi dal Parlamento europeo. Tra di loro anche Mario Riccardi, minatore di Marcinelle, che viene portato dai militanti del Pd ad accogliere Renzi al suo arrivo. Ai giovani presenti in sala, 100 dei quali sono venuti insieme a lui in un volo speciale, dice: “Non credete a quelli che ci hanno detto per anni detto ‘ce lo chiede l’Europa’, una frase usata per far passare riforme che non erano in grado di raccontare come giuste”.
La necessità di cambiare l’Europa Renzi la sbandierava con forza anche quando era presidente del Consiglio, ma con scarsi risultati. Non lo nega, ma rivendica comunque quella che ritiene comunque essere la battaglia vinta, quella per la flessibilità di Bilancio con la quale “abbiamo ridotto il deficit rispetto al passato”, ha ricordato sottolineando di aver fatto meglio di Mario Monti ed Enrico Letta, “con loro il deficit era al 3%, noi lo abbiamo portato al 2,6, 2,3 e 2,1”. La prossima battaglia sarà contro il Fiscal Compact promette: “C’è chi lo vuole includere nei trattati e chi vuole mettergli un freno e noi saremo in questa seconda categoria. Penso che saremmo pronti a porre il veto se fosse proposto”.
Renzi non nomina quasi mai i suoi avversari alla corsa alla segreteria del partito, Andrea Orlando e Michele Emiliano, mostra sicurezza e sente la vittoria in tasca, parlando già non solo da leader del partito ma del Paese. Il suo principale, una volta vinte le primarie, sarà il Movimento 5 Stelle, gli unici che attacca direttamente. Il M5s “rappresenta un futuro fatto di complotti e minacce, dai vaccini, alle scie chimiche, a Grillo che se la prende anche con le mammografie”. I 5 Stelle “sono allergici alla democrazia interna”, mentre “noi siamo gli unici ad aprirsi a confronto democratico”, e dopo queste primarie “avremo un segretario legittimato da centinaia di migliaia di persone, forse più di un milione”, e allora “dovremo essere capaci di dire che il futuro del progetto Italia sta sulle nostre spalle”.
Per vincere le elezioni contro i 5 Stelle per Renzi “dobbiamo mettere in testa la questione della giustizia sociale” ma facendo contemporaneamente “un investimento al centro” perché “se investi solo in una strategia radicale vinci le primarie ma perdi le elezioni” e questo è accaduto “in molti Paesi, in Francia e forse accadrà anche nel Regno Unito con Corbin”. Per questo l’ex premier auspica una vittoria di Emmanuel Macron con cui “avremo molte sfide da combattere”.