Bruxelles – In Macedonia sale la tensione, dopo che ieri centinaia di attivisti di destra hanno fatto irruzione nel Parlamento nazionale attaccando e ferendo alcuni deputati. I militanti, vicini al partito conservatore Vmro-Dpmne al governo fino allo scorso dicembre, protestavano contro l’elezione alla presidenza dell’Assemblea legislativa di Talat Xhaferi, esponente del partito della minoranza albanese Dui (Unione democratica per l’integrazione).
In seguito alle violenze in Aula sono rimasti feriti diversi parlamentari, tra i quali il leader dell’opposizione socialdemocratica Zoran Zaev, che da mesi cerca senza successo di farsi affidare l’incarico di formare il governo, dopo aver raggiunto un’intesa col Dui. Secondo i media macedoni, oltre a Zaev sono rimasti feriti un centinaio di cittadini macedoni, tra cui 22 agenti di polizia e altri due deputati. Per disperdere i manifestanti radunati davanti all’edificio e consentire ai parlamentari di uscire, la polizia è intervenuta usando anche granate stordenti.
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L’alta rappresentante dell’Ue Federica Mogherini e il commissario per le Relazioni esterne Johannes Han hanno deplorato prontamente le violenze. “Condanniamo con estrema forza gli attacchi ai membri del Parlamento a Skopje. Il ministro dell’Interno e la polizia devono assicurare la sicurezza del Parlamento e i suoi membri”, hanno detto i due esponenti della Commissione europea in una dichiarazione. “L’Ue ritiene il dialogo tra le istituzioni l’unica soluzione possibile, e chiediamo a tutti gli attori politici di rispettare la Costituzione macedone, agendo secondo i principi democratici e con buon senso”, sottolinea la dichiarazione congiunta. “Consideriamo la violenza inaccettabile, specialmente quando avviene nella casa della democrazia”, ha ribadito stamane Mogherini prima del Consiglio informale degli Affari esteri, aggiungendo: “Oggi avremo con noi anche i ministri degli Stati candidati”.
La Macedonia è un Paese candidato a diventare membro dell’Unione europea e della Nato. Skopje vive da tempo una situazione di grande tensione politica. Le elezioni anticipate dello scorso dicembre erano state vinte da Nikola Gruevski, leader di Vmro-Dpmne, che però non aveva ottenuto una maggioranza abbastanza ampia per formare un governo. Dopo l’episodio di violenza di ieri, grande preoccupazione per l’insorgere di rivalità etniche è stata espressa anche dal premier serbo Aleksandar Vucic: “Non è solo un problema della Macedonia ma di tutti i Balcani. Invito i macedoni a sedersi a un tavolo e a trovare una soluzione pacifica”, ha detto Vucic.
“Condanniamo nei termini più forti la violenza di ieri contro alcuni membri del Parlamento macedone”, ha dichiarato Gianni Pitella, presidente del gruppo dei Socialisti & Democratici del Parlamento europeo, parlando di “un’azione di ultrà ispirati da una forza politica che vuole governare il Paese”. Pittella ha chiesto che “la Commissione e la Banca europea per gli investimenti valutino la situazione e pensino a possibili sanzioni contro i responsabili delle violenze e della svolta illiberale in Macedonia”. La dichiarazione dei socialdemocratici europei si è chiusa con una nota polemica ai rivali del gruppo dei popolari: “Dopo Orban, il Ppe (Partito popolare europeo, ndr) ha un nuovo imbarazzante membro nella sua famiglia. Il Ppe dovrebbe riconsiderare l’appartenenza al gruppo del Vmro-Dpmne”.
Anche il segretario generale della Nato, Jens Stoltemberg, ha condannato l’aggressione. Sul suo profilo Twitter si è detto “scioccato” per quanto è avvenuto e ha richiamato al rispetto delle democrazia tutti i partiti macedoni, invitandoli al dialogo e ad abbandonare la violenza.
Shocked by attacks in #Skopje Parliament. All parties should respect democratic process and engage in dialogue, not violence.
— Jens Stoltenberg (@jensstoltenberg) April 27, 2017