Bruxelles – La Corte di giustizia dell’Unione europea continua la tendenza al ribasso nella durata dei processi registrata negli anni precedenti. A rilevarlo è il rapporto annuale 2016 che la Corte di Lussemburgo ha pubblicato, in cui emerge che il tempo medio di un procedimento nel 2016 è stato di 16,7 mesi, il più basso risultato in 30 anni di attività.
L’analisi dei dati raccolti nel 2016 rivela che da un lato si è assistito ad un aumento del numero di nuovi casi (1.666) e di cause pendenti (2.358), dall’altro si è visto un’apprezzabile riduzione della durata dei procedimenti per entrambi i tribunali che compongo la Corte Ue. In particolare, la Corte di giustizia è stata in grado di completare ben 704 casi, circa il 14% in più rispetto al 2015, mentre la Corte generale ha risolto 755 cause segnando il terzo risultato migliore da quando la Corte è stata creata.
“Mai nella storia di questa istituzione i tribunali degli Stati membri hanno posto così tante questioni sull’interpretazione e l’applicazione del diritto dell’Unione europea”, ha dichiarato il presidente della Corte di giustizia dell’Ue, Koen Lenaerts, sottolineando che la diminuzione della durata dei processi “va ad esclusivo vantaggio dei cittadini e delle imprese, che hanno bisogno di certezza del diritto”. “Un gran numero di giudizi”, ha inoltre ricordato Lenaerts, “hanno risolto questioni relative alle più grandi sfide attualmente affrontate dall’Unione Europea, dal terrorismo alla crisi migratoria, alle questioni bancarie e finanziare”.