Bruxelles – L’estate si avvicina, e di conseguenza le vacanze. Non dimenticate di portare tutto il necessario, inclusa la pazienza. Andare in Slovenia e Croazia è diventato meno agevole di quanto pensiate, ed essere cittadini comunitari non fa differenza. Controlli alle frontiere si applicano a tutti, nessuno escluso. Lo chiede l’Europa? Si, nella misura in cui sono gli Stati membri ad averlo stabilito, subito dopo gli attacchi terroristici di Londra del 2005. La revisione delle regole comunitarie del 2015 ha reso le verifiche delle persone in transito ancora più stringenti per rispondere alla minaccia rappresentata dai cosiddetti ‘foreign-fighters’, i cittadini europei usciti dall’Ue per arruolarsi nelle milizie di Isis in Siria e Iraq e che potrebbero tornare in Europa e commettere attentati terroristici (da cui l’espressione di “combattenti stranieri”, o “foreign fighters”, per via della natura non locale dei jihadisti del Medio Oriente). Una stretta attuata in nome della sicurezza, e nel rispetto delle regole. E’ stabilito nei Trattati che regolano il funzionamento dell’Ue che la Commissione europea ha l’obbligo di vigilare sull’applicazione dei trattati e delle misure adottate dalle istituzioni. Nel caso specifico il Consiglio, l’insieme degli Stati membri, ha preso una decisione e la Commissione è tenuta a farla rispettare.
Indietro non si torna, dunque. L’esecutivo comunitario non può andare contro il proprio mandato e concedere a Slovenia e Croazia di sospendere i controlli. Dovrebbero farlo i governi, e quello croato ha già allentato la stretta. Dal 7 aprile tutti coloro che attraversano – in entrata o in uscita – le frontiere esterne dell’Unione sono controllati, inclusi i cittadini dell’Ue. I documenti di tutti devono essere controllati e confrontati con i database di Europol, l’agenzia di polizia europea, per verificare che non ci siano potenziali terroristi o foreign fighters in transito.Una reintroduzione delle attività di frontiera che produce code e attese. Tanti che dopo appena una settimana dall’introduzione delle nuove modalità di controllo, il governo di Zagabria ne ha immediatamente annunciato la sospensione. Una decisione non replicata a livello sloveno, dove invece i controlli alle frontiere esterne (con la Croazia, che ancora non fa parte dell’area Schengen di libera circolazione) rimangono. La Commissione cerca una soluzione, ma al momento è tenuta a rispettare il proprio ruolo, che è quello di far rispettare agli Stati quello che gli Stati hanno deciso. Dunque munitevi di pazienza: le vacanze in Slovenia e Croazia rischiano di dover attendere un po’ di più.