Bruxelles – Paese che vai, laureati che trovi. In Italia, evidentemente le cose non vanno proprio al meglio. Il Belpaese è infatti tra gli Stati dell’Unione europea con la percentuale più bassa (26,2%) di laureati tra i 30 e i 34 anni, dopo c’è solo la Romania col 25,6%. Lo rivelano i dati statistici diffusi dall’agenzia europea Eurostat.
Nel 2016 la percentuale di laureati nella fascia tra i 30 e i 34 anni è cresciuta in tutti i paesi membri dell’Ue rispetto al 2002. Tuttavia, l’Italia è rimasta tra i Paesi con la percentuale più bassa in Europa. Il nostro Paese è inoltre il quinto peggiore nei numeri dell’abbandono scolastico: fanno peggio solo Portogallo, Romania, Spagna e Malta. Col 14% circa dei 18-24enni che non hanno raggiunto un diploma secondario, l’Italia ha superato il suo obiettivo nazionale ma è ancora lontana dall’obiettivo europeo del 10%. Nella Penisola il livello di persone con un titolo di istruzione superiore è comunque raddoppiato rispetto al 2002, quando la quota era del 13,1%.
In cima alla classifica dei Paesi con più laureati ci sono Lituania (58,7%), Lussemburgo (54,6%), Cipro (53,4%), Irlanda (52,9%) e Svezia (51%). Anche in Italia, in linea con tutti gli altri Paesi europei (unica eccezione la Germania), sono le donne a laurearsi in proporzione maggiore rispetto agli uomini, con una quota del 32,5% contro il 19,9%. Malgrado il deludente risultato, ricorda Eurostat, l’Italia ha comunque centrato in anticipo l’obiettivo che si era data per il 2020. Il target fissato dalla strategia Europa 2020 è una media dei paesi Ue pari al 40% di laureati.