Riceviamo e pubblichiamo la lettera di una giovane lettrice di Eunews, Georgiana Rusu, che racconta come sia facile e utile fare un’esperienza di studio e di lavoro all’estero, nel suo caso in Danimarca.
Caro direttore,
mi chiamo Georgiana e vorrei raccontarle la mia avventura in Danimarca. Ho impiegato 3 anni a raggiungere il mio obiettivo ma, anche se l’attesa è stata lunga, durante questo periodo ho avuto la possibilità di capire ciò che volevo veramente fare e di crescere personalmente.
Tutto ebbe inizio durante le superiori, quando scoprii che alcuni paesi europei come la Scozia, la Danimarca e la Norvegia offrono un’istruzione in lingua inglese gratuita. Dopo varie ricerche e indecisioni, scelsi la mia destinazione: Danimarca. Ciò che mi convinse furono i tanti racconti trovati sul web di giovani studenti provenienti da diversi Paesi, ma soprattutto il sistema educativo danese basato sulla messa in pratica delle teorie imparate.
Una volta diplomata, le cose non andarono come previsto. Non avendo il diploma di maturità e il certificato di lingua pronti, non potei iscrivermi subito alle Università danesi. Inoltre, avevo le idee confuse anche sulla scelta del corso di laurea. Così presi una decisione avventata e mi iscrissi a mediazione linguistica alla Statale di Milano, ma dopo un anno decisi di mollare perché, non solo non era ciò che volevo fare, ma anche perché il sistema educativo crea un’asimmetria relazionale tra professore e studente, e questo impedisce uno scambio di informazioni e idee tra allievo e docente.
Dopo quest’esperienza avevo in mente un pensiero fisso, andare in Danimarca, e decisi di mettermi alla ricerca di un lavoro per mettere da parte il necessario per il trasferimento. Fui fortunata e trovai un impiego all’Expo presso il padiglione spagnolo, grazie al quale, non solo ebbi la possibilità di mettere da parte le risorse monetarie necessarie, ma anche di crescere molto a livello professionale e personale.
Nel frattempo avevo ritirato il diploma di maturità originale e il certificato di lingua Ietls, documenti fondamentali per l’ammissione. Dato che le iscrizioni sarebbero iniziate a febbraio 2016, iniziai di nuovo la ricerca di un lavoro, ma purtroppo questa volta fui sfortunata e non trovai nulla. Decisi quindi di iscrivermi a un corso finanziato dall’Unione europea che riguardava temi come turismo, economia, marketing, ecc. Fu proprio grazie a tale corso che scoprii il mondo del marketing e me ne innamorai.
Finalmente, a febbraio 2016, compilai la domanda. A luglio ricevetti la risposta tanto sperata e ora vivo ad Horsens, città della parte peninsulare della Danimarca. Ho scelto di trasferirmi qui perché i costi dell’alloggio e della vita in generale sono inferiori se comparati con altre città come Copenaghen, Århus oppure Alborg. Nonostante Horsens non sia una città molto grande, ospita l’Università con il campus più grande della Danimarca, Via University College, dove frequento un corso in Marketing Management.
Sin dal mio arrivo individuai notevoli differenze tra l’Università danese e quella italiana. Per esempio il fatto che le classi siano simili a quelle di un liceo e il numero massimo di studenti è 45, ogni studente ha una propria pagina web personale dove ha accesso a tutte le informazioni riguardanti i suoi studi, a partire dalle lezioni che vengono caricate anche in anticipo, regolamenti, fino all’orario che viene organizzato dalle Università per l’intero semestre.
Ho avuto conferma di ciò che avevo letto sul metodo d’insegnamento: le teorie imparate vengono applicate su casi reali, in modo tale che lo studente apprenda a utilizzarle in modo pratico ed efficace per risolvere problemi concreti. Inoltre, si predilige lo studio in gruppo, l’approccio che si ha con i professori è molto informale e si pone moltissima attenzione sul punto di vista e sulle idee dello studente. Alcune caratteristiche mi hanno anche stupito, come il fatto che le Università siano aperte 24 ore su 24 e vi si possa accedere tramite una tessera personale. Un altro aspetto che trovo sorprendete sono gli esami, durante i quali si può fare uso sia di internet che di libri e appunti, unico divieto: non comunicare con i compagni di classe. La sola spesa da affrontare relativa agli studi sono i libri, che spesso i professori mettono a disposizione degli studenti in vari formati.
Pur frequentando gratuitamente l’Università, le spese che si devono affrontare nella vita di tutti i giorni, come bollette, affitto e cibo hanno un costo più alto rispetto all’Italia, così iniziai a cercare lavoro. Fortunatamente la ricerca non fu troppo lunga e un giorno, camminando lungo i corridoi del mio Ateneo, vidi un annuncio riguardante un impiego che richiedeva la conoscenza della lingua italiana a livello madrelingua. Presi la palla al balzo, mi candidai e fui assunta come country marketing manager presso Trendhim, impresa che ha deciso di assumere principalmente studenti in marketing part-time.
Adoro il mio impiego perché lavoro nel mio campo e imparo moltissimo, ma soprattutto per i vantaggi e le libertà che ho: posso scegliere quando e dove lavorare, purché completi un numero di 44 ore al mese. Grazie a questo numero di ore, sono riuscita a fare domanda per il sussidio che lo stato offre agli studenti europei che lavorano, riconoscendo loro circa 800 euro lordi.
Consiglio a tutti un’esperienza di studio oppure lavorativa all’estero perché fanno crescere sia professionalmente che personalmente. Si scopre sé stessi e i limiti che si pensa di avere vengono abbattuti con facilità.
Contatti: www.georgianarusu.com