Bruxelles – Torna a colpire il terrorismo in Francia, a pochi giorni dalle elezioni presidenziali. Un uomo armato di kalashnikov ha sparato intorno alle 21,00 di ieri su una pattuglia della polizia agli Champs-Elysées, nel cuore di Parigi. Un agente è rimasto ucciso nell’agguato, e altri due sono rimasti feriti. Anche una passante è rimasta ferita, ha fatto sapere l’Eliseo, assicurano che il responsabile è stato colpito.
.@fhollande "Un policier a été tué. Deux autres ont été blessés, une passante a aussi été touchée. L'assaillant a été neutralisé"
— Élysée (@Elysee) April 20, 2017
Il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, ha espresso su Twitter “solidarietà alla Francia, alle forze dell’ordine e le mie più sincere condoglianze alle famiglie delle vittime”.
https://twitter.com/EP_President/status/855169268442435586
L’uomo, dopo aver sparato sul furgone, si è allontanato a piedi, ed è stato abbattuto nel corso della fuga. L’Isis ha rivendicato l’attentato. Il presidente della repubblica, François Hollande, ha convocato una riunione straordinaria del Consiglio di Difesa, mentre tutti gli appuntamenti elettorali dei candidati alle presidenziali sono stati annullati. Emmanuel Macron, leader di «En Marche», ha fatto sapere che non andrà a Rouen e Arras. Marine Le Pen, leader del Front National, non sarà più a Montceau-les-Mines e parlerà dal suo quartier generale a Parigi. Il candidato di «Les Republicains», Francois Fillon, ha cancellato la sua presenza ad una manifestazione che era prevista a Chamonix.
È chiaro che l’attentato avrà ripercussioni sulla scelta dei francesi. Non a caso, per minimizzare gli effetti sul voto, il primo ministro Bernard Cazeneuve ha lanciato un appello all’unità del Paese e rassicurato i cittadini che “nulla intralcerà l’appuntamento democratico”. Anche se i candidati hanno annullato i comizi, i big non hanno rinunciato a intervenire. Emmanuel Macron invitando i propri connazionali a “non cedere assolutamente al panico” né alla “strumentalizzazione di utilizzare la paura”, e indicando espressamente che “non è Marine Le Pen che può proteggere” i francesi.
Proprio la nazionalista sembra essere la più avvantaggiata dai riflessi dell’attentato sulle scelte di voto, e infatti ha calcato la mano parlando di un “Paese in stato di guerra” e della necessità si una “risposta totale”, perché “il nostro presidente ha fallito” e “tutti gli ultimi governi sono stati lassisti”. La leader del Front national ha chiesto “solennemente di ordinare il ripristino effettivo delle nostre frontiere in virtù del trattato di Schengen”. Anche François Fillon ha adottato toni duri, promettendo “il pugno di ferro” se verrà eletto e assicurando che manterrà “lo stato di emergenza e il controllo alle frontiere”, puntando a “rinegoziare il Trattato di Schengen” sulla libera circolazione in Europa.
Le indagini sono ancora in corso e non è ancora stata svelata ufficialmente l’identità dell’attentatore, che secondo il quotidiano Le Monde sarebbe un 39enne francese, Karim Cheurfi, già noto alla polizia per una ventina di reati comuni commessi dal 1996, ma che da febbraio scorso sarebbe finito sotto la lente dell’antiterrorismo dopo aver minacciato di morte alcuni esponenti delle forze dell’ordine, venendo arrestato ma poi rilasciato per mancanza di prove.
Sembra che l’uomo abbia agito grazie all’aiuto di un complice. Si cerca un secondo uomo, che potrebbe essere arrivato nella capitale francese da Bruxelles. Ieri, infatti, le autorità belghe avevano segnalato a quelle francesi un sospetto classificato come radicalizzato che si stava dirigendo in Francia in treno, ma il portavoce del ministero degli Interni francese, Pierre-Henry Brandet, ha dichiarato che “l’uomo dell’avviso di ricerca emesso dalle autorità del Belgio si è presentato a una stazione di polizia di Anversa”.