Roma – Anche l’Ue si è attivata per la soluzione del caso di Gabriele Del Grande, il giornalista italiano detenuto in Turchia, e non solo con l’appello lanciato dal presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani. È l’Alto rappresentante per la Politica estera e di sicurezza dell’Ue, Federica Mogherini, a spiegarlo da Pechino, dove si trova per il settimo Dialogo strategico tra Ue e Cina. “Ci siamo coordinati con le autorità italiane fin dal primo momento, come facciamo in casi simili in cui la responsabilità principale è dello Stato membro”, indica, aggiungendo che “l’Ue si è attivata per sostenere l’azione dell’ambasciatore italiano ad Ankara, che oltretutto ho sentito nei giorni scorsi”, e “per sostenere l’azione della Farnesina e del governo italiano rispetto alle autorità turche”.
Si tratta di un intervento già attivato “in modo discreto ma spero produttivo”, dichiara la vicepresidente della Commissione europea, segnalando che l’azione di accompagnamento del lavoro italiano si dispiega “sia localmente che anche a Bruxelles”.
La titolare della diplomazia europea, intervenendo alla Tsinghua University, ricorda che la Turchia “è un importante partner dell’Ue, è un link economico, di gente, di università e di intellettuali”. Esiste dunque “una connessione emotiva, ma la Turchia sta andando verso un periodo complicato”, segnala, perché “c’è stato un referendum costituzionale che ha consegnato un Paese diviso” e adesso bisognerà “riunificare la società”. Mogherini, infine, non nasconde che anche i rapporti tra Bruxelles e Ankara sono da ridefinire in seguito all’evoluzione della situazione turca. “Parleremo nel meeting dei ministri degli Esteri, la prossima settimana, delle prossime fasi della nostra relazione” con la Turchia, annuncia Mogherini.