Bruxelles – Certificati europei per i dispositivi tecnologici e che si connettono in rete possono essere uno strumento utile per una maggiore protezione dei dati personali, ma da soli non risolvono i problemi. La Commissione europea è dell’idea che la certificazione debba essere una strada da seguire, e auspicabilmente nel pacchetto per il mercato digitale che l’esecutivo adotterà in autunno ci saranno indicazioni e proposte in tal senso. La questione però è complessa e servirà una piena e continua collaborazione tra istituzioni comunitarie, industria e autorità nazionali per regalare un internet sicuro per tutto. E’ quanto messo in evidenza in occasione del summit europeo sull’“Internet delle cose”. “Internet delle cose” è l’espressione usata per indicare la capacità per gli apparecchi elettrici di comunicare tra loro grazie all’allaccio alla rete. Questo da una parta permette di avere una società sempre più interdipendente e in rete, dall’altra pone il problema legato al traffico dei dati e il loro utilizzo.
La Commissione europea intende presentare nuove regole, per quello che può. Consultazioni pubbliche sono state lanciate per capire assieme al mondo delle imprese come creare un mercato affidabile a prova di utenti. “Ci sono tanti player, e i colloqui non devono avvenire solo a livello di produttori hardware e software, ma anche a livello di analitics”, di chi cioè è responsabile per il traffico dati, ha sottolineato il direttore della Gestione degli affari europei di Microsoft, Jeremy Rollison. Parole che ricordano la complessità e la vastità del settore. L’esecutivo comunitario sa che la principale sfida è definire una legislazione che sappia rispondere alle esigenze non solo del comparto, ma del tempo. “Serve una legislazione che sappia adattarsi ad una realtà che cambia”, e anche piuttosto in fretta, se guardiamo alla rapidità di evoluzione delle nuove tecnologie, ha ammesso Pearse O’Donohue, facente funzioni di direttore della sezione Reti future della direzione generale per il Mercato digitale. Tutto è in fase di preparazione. Una consultazione pubblica si chiuderà la prossima settimana, e poi in autunno dovrebbero essere messe sul tavolo le nuove proposte. Che non saranno le ultime.