Bruxelles – Londra non avrà voce in capitolo sul trasferimento dell’Agenzia europea del farmaco (Ema), e dell’Autorità bancaria europea (Eba), entrambe con sede nel Regno Unito. Le due agenzie che si occupano di approvare e monitorare la sicurezza dei farmaci la prima e di coordinare le regole bancarie la seconda, “devono avere la propria sede nell’Ue”. Lo ha puntualizzato il portavoce dell Commissione europea, Margaritis Schinas, nel rispondere al responsabile per la Brexit britannico, David Davis, che aveva affermato che nei negoziati per il divorzio si sarebbe discusso anche delle due agenzie, paventando l’ipotesi che possano restare nel Regno Unito.
“La decisione di muovere le agenzie la prenderanno i 27 Stati membri e non è parte dei negoziati Brexit, ma è piuttosto è una conseguenza della Brexit”, ha affermato Schinas aggiungendo: “Il Regno Unito sta lasciando l’Ue e non avrà voce in capitolo sulla localizzazione delle agenzie”.
Anzi, ha aggiunto, “una questione da affrontare nei negoziati sarà il dovere per il Regno Unito di facilitare il trasferimento delle agenzie aiutando ad alleggerire il carico pratico e finanziario per gli esperti che lavorano lì e che dovranno ora trasferirsi in un’altra città del’Ue”.
Per questo, conclude la Commissione, “chiediamo un veloce processo decisionale per il trasferimento dei due organismi di regolamentazione che devono proseguire a lavorare con continuità e senza interruzioni dopo il marzo 2019”, quando si concluderanno i negoziati per la Brexit.
Su questi ultimi ieri c’è stata una telefonata tra la premier Theresa May e il presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, alla luce dell’annuncio di elezioni anticipate il prossimo 8 giugno. “I veri negoziati inizieranno dopo le elezioni”, ha detto Juncker secondo quanto riportato dal portavoce.