Roma – “Da parecchi anni facciamo queste operazioni per salvare i migranti” in mare, “ma soltanto ora sembra che sia un reato”, denuncia Oscar Camps, direttore di Proactiva open arms, una Ong spagnola che opera nel Mediterraneo per soccorrere i naufraghi dei barconi diretti verso le coste dell’Ue. Camps se la prende contro le “azioni tendenziose di Frontex”, l’Agenzia di Guardia costiera e di frontiera europea: “Nel 2015 ha diffuso la notizia che quelli che viaggiavano in queste imbarcazioni nell’Egeo erano terroristi pericolosi”, e adesso parla di “un ‘effetto chiamata’ delle Ong presenti nel Mediterraneo”, che eserciterebbero un ruolo di attrattori per i flussi migratori irregolari veicolati dagli scafisti che partono dalla Libia. “Nonostante le intimidazioni”, denuncia ancora lo spagnolo, “soltanto nel 2016 le ong hanno salvato più di 70mila migranti, oltre un terzo di quelli arrivati.
L’attivista, parlando in audizione davanti ai senatori della commissione Difesa, punta il dito contro “l’inazione dell’Unione europea”, che a suo avviso investe “molte risorse per trasferire i rifugiati, ma poche per le persone in mare”. Dubita della “nuova soluzione alla crisi dei rifugiati proposta dall’Ue attraverso Frontex”, e soprattutto “non capiamo queste critiche” verso le ong che servono “soltanto a indebolire il sostengo che ricevono dall’opinione pubblica”, indica.
“Forse l’agenzia europea non si trova a proprio agio con la presenza delle nostre navi”, prosegue Camps, attribuendo al direttore di Frontex, Fabrice Leggeri, alcune dichiarazioni sulla scarsa cooperazione delle ong con le autorità. Accuse respinte come “inaccettabili” dal direttore di Proactiva open arms: “Tutte le nostre operazioni di salvataggio si fanno nel rispetto del diritto del mare e delle leggi europee e italiane”, spiega. “Siamo sempre coordinati attraverso il Centro di coordinamento di salvataggio marittimo di Roma”, aggiunge, e lavoriamo “sempre in accordo con le autorità”, “mai in modo isolato e autonomo”.
“Magari cercheranno anche dei testimoni che dicano che noi riceviamo i Whatsapp dei trafficanti e andiamo a prendere i migranti direttamente in mare” al limite delle acque territoriali libiche, accusa l’attivista. Invece, assicura, “non riceviamo alcuna chiamata da parte di nessuno da terra, non abbiamo mai chiamate di soccorso” di questo tipo. Tra qualche ora lo stesso Leggeri sarà ascoltato davanti alla stessa commissione di Palazzo Madama. Eunews darà conto dell’audizione, dalla quale si capirà se il direttore di Frontex intende porre fine a queste polemiche o se si proseguira in un muro contro muro tra le organizzazioni umanitarie e l’Agenzia di Guardia costiera e di frontiera europea.