Bruxelles – Il popolo venezuelano ha il “diritto di manifestare pacificamente” e di vedere “risolto tempestivamente” il conflitto politico, per far cessare le proteste e le violenze. È quanto chiede l’Unione europea al Venezuela del presidente Nicolas Maduro, in una nota diramata dal portavoce dell’alta rappresentante Ue per la politica estera, Federica Mogherini.
“L’escalation delle tensioni e degli scontri violenti degli ultimi giorni”, si legge nella nota, “stanno solo aumentando le divisioni in Venezuela”. Sono infatti arrivate a tre le manifestazioni che, nell’arco di una settimana, hanno impegnato le piazze di diverse città del Paese, tra cui la capitale Caracas e San Cristobal, capitale dello Stato del Tachira. La protesta nasce dalla decisione del presidente Maduro di dare seguito alla sentenza della Corte suprema venezuelana che, esautorando il Parlamento nazionale dai propri poteri, di fatto accentra ancora di più i poteri in mano al presidente. A questo vanno aggiunti i costanti problemi economici che il Paese sta affrontando, a cominciare dall’inflazione salita alle stelle e dal basso costo del petrolio, principale fonte di esportazioni del Paese.
Le violenze hanno riguardato oltre 4mila manifestanti, vittime di attacchi della Guardia nazionale con gas lacrimogeni e pallottole di gomma, ai quali i dimostranti hanno reagito col lancio di pietre. Anche l’ufficio dell’oppositore Henrique Capriles, ex sfidante di Maduro alle elezioni presidenziali, risulta essere stato colpito con “bombe all’interno dell’edificio”, secondo quanto twittato dallo stesso Capriles. Il leader dell’opposizione ha fatto sapere, inoltre, di aver ricevuto la notifica di un’interdizione temporanea da ogni consultazione elettorale per 15 anni. Capriles risulta coinvolto nello scandalo delle tangenti del sistema Odebrecht, la holding delle costruzioni brasiliana al centro dell’inchiesta Lava Jato. “Sanzionare duramente l’opposizione”, dice a riguardo la nota dell’Ue, “non aiuta ad abbassare i disordini e le tensioni nel Paese”.
URGENTE!!!Fuimos atacados con BOMBAS dentro del EDF!En este momento actúa BOMBEROS! https://t.co/YKsID4aq47
— Henrique Capriles R. (@hcapriles) April 8, 2017
Nel frattempo, diversi Paesi latinoamericani hanno ribadito la loro contrarietà alle vicende del vicino venezuelano, stigmatizzando l’annuncio dell’interdizione imposta dalle autorità al leader oppositore Capriles. Perù, Messico, Brasile, Argentina, Colombia e Paraguay, paesi in maggioranza guidati da forze politiche avverse al socialista Maduro, hanno bollato come “gravi” le azioni che impediscono l’esercizio delle libertà civili e politiche. Per la ministra degli Esteri di Caracas, Delcy Rodriguez, si tratta però di “inaccettabili ingerenze negli affari interni del Venezuela”.
La situazione, al momento, non sembra volgere a un miglioramento. Il presidente Maduro sembrerebbe intenzionato a far rinviare ancora gli appuntamenti elettorali per l’elezione dei governatori di alcuni Stati della federazione venezuelana, secondo le opposizioni per gestire da una posizione favorevole la grave crisi economica, con il rischio bancarotta per il Paese, e controllare il conflitto politico con le forze di opposizione.