Bruxelles – Nessuna dichiarazione congiunta al termine del G7 energia che si è svolto ieri e oggi a Roma. A Bloccare il testo comune l’amministrazione di Donald Trump che “si trova in un processo di revisione” della politica energetica in particolare sul tema del climate change e dell’accordo di Parigi. Lo ha annunciato al termine dei lavori il ministro dello Sviluppo Carlo Calenda spiegando che “non è stato possibile firmare una dichiarazione congiunta su tutti i punti”.
Il G7 si è quindi concluso con una comunicazione della Presidenza italiana: “In qualità di presidente del G7 l’Italia è impegnata a trovare un terreno comune e a mettere in evidenza ciò che ci tiene uniti. Abbiamo avuto un lungo dibattito su tutti i temi”, ha dichiarato Calenda che ha spiegato che in particolare, si è discusso di “sicurezza energetica, di nuovi driver e di come governare la transizione”. Il “consenso”, ha proseguito il ministro “è stato raggiunto su molti importanti temi, come lo sforzo congiunto per sostenere la sicurezza energetica dell’Ucraina, il ruolo futuro del gas naturale, comprese l’importanza del Gnl e l’interconnessione tra le diverse fonti, la cybersicurezza”.
Sempre con l’esclusione degli Usa è stato confermato da parte degli altri membri del G7 e dall’Unione Europea che “l’impegno a implementare l’accordo di Parigi sul clima, che rimane forte e deciso”. Ma senza Washington l’accordo perde di forza.
“Il fatto che dal G7 Energia non esca una dichiarazione finale comune, come è sempre avvenuto in passato, perché gli Stati Uniti stanno rivedendo i loro impegni sul clima, è un segnale preoccupante”, ha dichiarato Gianni Silvestrini, esperto di fonti rinnovabili e direttore scientifico della ong Kyoto Club secondo cui la cosa “da un lato era prevedibile ma dall’altro è sconfortante”.