Bruxelles – Colpo alla moneta unica. La Banca centrale della Repubblica Ceca ha deciso di abbandonare il sistema di cambio fisso con l’euro adottato nel 2013 che fissava il tasso uguale a 27 Corone per ogni euro. La notizia, bollata dai critici come mossa elettorale, fa presagire anche la possibile rinuncia dell’obiettivo del Paese finora dichiarato di entrare nella moneta unica.
La Banca nazionale ha quindi fatto la drastica scelta di “sganciare” l’economia ceca dall’euro, ovvero di abbandonare quel sistema che fino a ora ha consentito ai cittadini cechi all’estero di non vedere lievitare i costi dei propri investimenti e ha permesso al tasso di interesse di attestarsi non troppo oltre l’obiettivo del 2% stabilito dalla Banca di Praga.
L’operazione ricorda la scelta fatta nel 2015 dalla Svizzera (non membro Ue) che ai tempi causò una tempesta finanziaria internazionale che colpì l’Euro, portandolo al più forte deprezzamento da quando esiste. In questo caso, però, si tratta di una decisione che era attesa dal mercato e necessaria per far fronte all’apprezzamento della Corona nei confronti della moneta unica. Negli ultimi tempi la moneta ceca era stata nel mirino degli speculatori finanziari internazionali che avevano scommesso 65 miliardi di dollari su una rivalutazione della valuta ceca e costretto la Banca nazionale ad intervenire con un massiccio acquisto di euro per mantenere il cambio fisso stabilito nel 2013, causando così una forte perdita del valore delle proprie riserve.
Non è ancora chiaro cosa accadrà adesso alla nuova vita della Corona ceca, libera dall’euro, considerando che l’inflazione del Paese è al 2,5% (sopra il 2% stabilito dalla Banca centrale) nonostante fino a oggi vigesse ancora il sistema del cambio fisso. Intanto, dopo Brexit e rischio Frexit, la manovra è già stata bollata come primo passo di una eventuale “Czexit”. Un passo che contribuirebbe a destabilizzare ulteriormente l’Unione europea e l’euro soprattutto.