di Isabella De Monte, eurodeputata Pd
Chi direbbe mai che il costo di un biglietto aereo, quello che acquistiamo per volare in Italia, piuttosto che a Parigi o in Germania, dipende dai litigi tra Spagna e Regno Unito su Gibilterra? Ebbene sì, è un fatto poco noto alla stragrande maggioranza dei cittadini europei, ma è un dato di realtà e oggi, a Brexit avviata, diventa decisamente ancora più attuale.
Parliamo di Brexit, appunto. I negoziati con Londra saranno complessi. Ci aspettano mesi, anni, di trattative difficili, al centro delle quali sarà fondamentale porre l’interesse dei cittadini europei. A complicare ulteriormente i negoziati potrebbe risultare la Scozia, che ha chiesto ufficialmente al Governo di Theresa May un nuovo referendum, da tenersi prima della fine dei negoziati con Bruxelles, sull’indipendenza della regione, oltre all’Irlanda del Nord, dove potrebbero scatenarsi nuove tensioni. Infine la questione più spinosa riguarda Gibilterra, appunto, da sempre motivo di scontro tra spagnoli e britannici, che lo scorso giugno ha votato per restare in Europa con oltre il 96%.
Gibilterra è un territorio britannico d’oltremare con un proprio sistema politico contenuto nella Costituzione del 2006. Essa stabilisce che il Governo di Gibilterra ha potere esecutivo, legislativo e giudiziario distinto da quello del Regno Unito, ma che dipende da quest’ultimo per quanto riguarda la difesa e gli affari esteri. La “Rocca” venne ceduta alla Gran Bretagna dalla Spagna nel 1713 con il Trattato di Utrecht, come parte degli accordi a conclusione della Guerra di successione spagnola. Nonostante tale accordo è da più di trecento anni che spagnoli e britannici litigano sullo status del territorio. Per molti anni durante la dittatura franchista i confini di Gilbilterra rimasero isolati da quelli della Spagna e solo con l’ingresso di Madrid in Europa tra i due ripresero relazioni e scambi commerciali normali. Rimase però l’annosa questione dell’aeroporto di Gibilterra (e qui mi riaggancio al passaggio iniziale sui voli): l’Istmo, il pezzo di terra di appena 1,6 chilometri che divide Gibilterra dalla penisola iberica e nel quale sorge lo scalo, non viene riconosciuto dal Governo spagnolo. Questo fatto blocca da anni in Consiglio qualsiasi provvedimento volto alla realizzazione del Cielo Unico europeo che, se completato, consentirebbe di avere rotte aeree più brevi, economiche e rispettose dell’ambiente in tutta Europa.
Se abbiamo vissuto sessant’anni di pace in Europa lo dobbiamo soprattutto al progetto di integrazione europea. Questo è il messaggio più importante emerso durante le celebrazioni delle scorse settimane per il 60esimo anniversario dei trattati di Roma. Per questo è importante evitare che la questione Gibilterra possa anche solo lontanamente evocare il ripete dell’esperienza delle Falkland in Argentina, dove l’ex premier Margaret Thacher scatenò una guerra per mantenere la sovranità britannica sulle isole. Per ora nulla sembra presagire che si voglia andare verso questa direzione. Il supposto potere di veto spagnolo su qualsiasi decisione che riguarderà la Rocca per i negoziati sulla Brexit, espresso venerdì dal presidente del Consiglio Donald Tusk, pone di fronte la questione che solo un accordo bilaterale separato tra Londra e Madrid possa risolvere il contenzioso. Se si dovessero seguire questa strada un negoziato separato tra il Governo spagnolo e quello inglese rischierebbe non solo di pesare fortemente sui negoziati generali della Brexit e scaldare gli animi tra le due azioni ma soprattutto di non fare gli interessi dei cittadini europei.
Tra i punti della risoluzione del negoziato per la Brexit approvato questa settimana dal Parlamento europeo una delle priorità è quella di tutelare i cittadini dell’Irlanda del Nord e della Scozia che in maggioranza hanno votato per rimanere nell’Unione europea. Nulla invece è stato detto, per il veto dei parlamentari spagnoli, su Gibilterra nonostante il remain abbia vinto in maniera indiscutibile. Se la linea guida dei negoziati per l’uscita dell’Inghilterra dall’Unione europea dev’essere la tutela dei cittadini europei, forse un atteggiamento meno rigido da parte del Presidente del Consiglio Tusk, oltre che della Spagna, nei confronti di Gibilterra, potrebbe non solo consentire di risolvere l’annosa questione dell’aeroporto e sbloccare così facendo l’approvazione del Cielo Unico europeo, ma anche di tutelare tutti coloro che in maggioranza lo scorso giugno hanno deciso di votare per restare all’interno dell’Ue.