Bruxelles – Manca poco alle elezioni in Francia. Fra meno di un mese i cugini d’oltralpe saranno chiamati a decidere chi sarà a sostituire Francois Hollande nella carica di presidente della Repubblica per i prossimi cinque anni. L’attenzione è alta e lo scontro intenso per una delle elezioni più difficili di sempre, con il centrista Emmanuel Macron dato come probabile sfidante al ballottaggio di Marine Le Pen, leader del Front National, che in caso di vittoria punta all’uscita del Paese dall’Ue. E questo scontro potrebbe avere un impatto anche nel mondo imprenditoriale italiano. Secondo i dati raccolti da InfoCamere sono più di 20mila le imprese con sede in Italia che al 31 dicembre 2016 hanno tra le cariche amministrative almeno una persona nata in Francia.
Nello studio, emerge che circa il 40% delle imprese italiane in cui un nativo francese detiene una posizione apicale è una società di capitale e che il 60% del totale ha un fatturato annuo che arriva fino a 2 milioni di euro. Inoltre, sono circa 16mila, ovvero il 65% di tutte le cariche detenute da francesi nelle imprese italiane, le persone con oltre 50 anni e solo 8mila (32%) la quota delle donne.
La Lombardia risulta la regione italiana con il maggior numero di persone nate in Francia che rivestono cariche aziendali (4.461), mentre la Basilicata, con solo 81 individui, è la regione con meno posizioni ricoperte da loro. In generale, il 37% delle imprese con almeno un individuo nato oltralpe in incarichi di rilievo ha sede nel Nord-Ovest. Seguono, a distanza, il Centro (22%), il Nord-Est (21%) e il Sud e le Isole che ospitano circa il 20%. Sul totale di 25mila cariche in imprese del nostro Paese in possesso di francesi, sono circa 13mila (52%) gli individui che ricoprono il ruolo di amministratore e più di 6.500 quelli che rivestono il ruolo di titolare. Guardando invece alla grandezza dell’impresa, si scopre che più dell’80% delle posizioni ricoperte da persone nate in Francia si trova in piccole ditte, con meno di 10 dipendenti, e che, di contro, le grandi società con più di 250 addetti hanno solo il 2,9% di nativi d’oltralpe.