Bruxelles – “Ryanair sta spostando la sua (strategia di, ndr) crescita al di fuori del Regno Unito”. Lo ha affermato giovedì a Londra il direttore finanziario della compagnia Neil Sorahan, riporta Reuteurs. Si tratta di uno dei primi effetti della Brexit, o meglio dell’incertezza che essa causerà nei prossimi anni a livello delle relazioni tra l’Ue e il Regno Unito.
Anche le compagnie aeree saranno fortemente colpite dalla Brexit, specialmente quelle che hanno la propria sede nel Regno Unito. Così, dopo l’invito dell’Ue a EasyJet, Ryanair e British Airways a cedere la maggioranza azionaria a cittadini dell’Unione europea o a spostare la loro sede in Europa per continuare a volare sulle rotte europee, sono arrivate le prime contromosse delle compagnie britanniche. “La Brexit porterà inevitabilmente a un calo della crescita nel Regno Unito. Non lo abbiamo ancora visto, ma crediamo che ciò accadrà e toccherà sia la Gran Bretagna che l’Ue, visto che entrambe le parti hanno a che fare con uno scenario completamente nuovo”, ha spiegato Sorahan.
Da qui la scelta di spostare il fulcro del proprio business model lontano dal Regno Unito. Una mossa condivisa dal principale concorrente di Ryanair, ovvero Easyjet. Entrambe le compagnie low cost sono fortemente preoccupate che l’addio del Regno Unito all’Ue renderà loro difficile l’accesso agli aeroporti europei dalla Gran Bretagna, soprattutto in caso di un mancato accordo per tenere il Paese all’interno del mercato comune dell’aviazione, creato negli anni ’90. Nei prossimi due anni l’Ue e il Regno Unito dovranno rinegoziare l’accesso al mercato, oppure inventarsi un sistema completamente nuovo per non perdere le proprie rotte.
Ryanair, compagnia basata a Dublino, in Irlanda, deve ancora decidere se tagliare le proprie rotte interne al Regno Unito, che ammontano solo al 2% del totale, oppure firmare un nuovo accordo con Londra. Easyjet, che ha la sua sede nella Capitale britannica, sembra invece essere decisa ad aprire una nuova compagnia nell’Unione europea, per non perdere i voli intra-Ue. Il capo del marketing di Ryanair, Kenny Jacobs, si è detto deluso che il primo ministro britannico Theresa May non abbia menzionato il settore dell’aviazione nella lettera per attivare l’articolo 50. “L’orologio sta ticchettando”, ha concluso Sorahan, “ogni giorno che passa è un altro che ci dice che non sappiamo ancora dove stiamo andando”.