dal nostro inviato
Strasburgo – Il Parlamento europeo è preoccupato per la privacy dei dati online degli europei che vengono trasferiti dalle aziende negli Stati Uniti. Le nuove regole introdotte a gennaio dall’amministrazione di Donald Trump permettono alla Nsa di condividere grandi quantità di dati privati, raccolti senza mandato, ordinanze del tribunale o autorizzazioni del Congresso, con 16 altre agenzie, tra cui l’Fbi. I dati degli europei dovrebbero essere protetti dal “Privacy Shield”, il meccanismo per gli scambi di dati personali a fini commerciali tra Usa e Unione europea approvato lo scorso anno, ma gli europarlamentari non sono sicuri che garantisca una protezione sufficiente ed assicuri che i dati vengano trattati anche negli Stati Uniti in accordo con la Carta dei diritti fondamentali dell’Ue e le nuove regole di protezione europee. Strasburgo ha approvato una risoluzione in cui chiede alla Commissione di assicurarsi che tutto stia procedendo secondo le regole stabilite tra Bruxelles e Washington.
“Questa risoluzione mira a garantire che il Privacy Shield superi la prova del tempo e che non soffra di debolezze critiche”, ha detto il presidente della commissione per le Libertà civili, Claude Moraes (S&D), che ha riconosciuto “miglioramenti significativi” rispetto al sistema precedente, il “Safe Harbor”, ma denunciando che “ci sono chiaramente carenze che devono ancora essere risolte con urgenza per fornire certezza del diritto per i cittadini e le imprese che dipendono da questo accordo”.
I deputati nel testo criticano l’abolizione delle regole per proteggere la privacy dei clienti della banda larga, da parte del Senato e della Camera dei Rappresentanti Usa a marzo, che “elimina norme che avrebbero richiesto ai fornitori di servizi Internet di ottenere il consenso esplicito dei consumatori prima di vendere o condividere i dati di navigazione web e altre informazioni private con gli inserzionisti e altre aziende private”. “La direzione che l’amministrazione Trump sta prendendo in materia di protezione dei dati è molto preoccupante. La Commissione europea deve controllare con urgenza l’effetto della revoca di una legge dell’epoca di Obama che impediva la vendita di dati degli utenti senza il loro consenso esplicito”, ha dichiarato Moraes.
Criticato anche l’insufficiente livello di indipendenza del meccanismo di mediazione delle dispute creato dal dipartimento di Stato Usa, e il fatto che nessun Mediatore sia ancora stato nominato.
“Il governo di Donald Trump ha più volte dimostrato di avere poco riguardo per il rispetto della privacy”, ha affermato Eva Joly per il gruppo del Verdi. Secondo l’eurodeputata “il ‘Privacy Shield’, purtroppo, non ha garantito un’adeguata protezione dei dati dei cittadini europei negli Stati Uniti. Le nostre preoccupazioni circa la sorveglianza di massa dai servizi segreti degli Stati Uniti non sono stati risolte”.