Bruxelles – Il governo italiano ha riconosciuto che durante il G8 di Genova del 2001 ci furono le violenze e i maltrattamenti denunciati da molte persone e con 6 di queste, davanti ai giudici della Corte europea dei Diritti dell’Uomo, ha trovato una “risoluzione amichevole” per cui verserà ad ognuno 45 mila euro per danni morali, materiali e copertura delle spese processuali.
Il sostanza il governo (di oggi) ha riconosciuto i torti di quello del 2001 per quanto accaduto nella caserma di Bolzaneto il 21 e 22 luglio, al termine del G8. Lo ha reso noto la Corte europea in due decisioni in cui “prende atto della risoluzione amichevole tra le parti” e chiude i casi. Nei loro ricorsi i sei (Mauro Alfarano, Alessandra Battista, Marco Bistacchia, Anna De Florio, Gabriella Cinzia Grippaudo e Manuela Tangari) sostenevano che lo Stato italiano aveva violato il loro diritto a non essere sottoposti a maltrattamenti e tortura e denunciavano anche l’inefficacia dell’inchiesta penale successiva.
La Corte spiega che il governo, oltre a riconoscere il suo torto si impegna a adottare tutte le misure necessarie a garantire in futuro il rispetto di quanto stabilito dalla Convenzione europea dei diritti umani, compreso l’obbligo di condurre un’indagine efficace e l’esistenza di sanzioni penali per punire i maltrattamenti e gli atti di tortura. Il governo si impegna anche “a predisporre corsi di formazione specifici sul rispetto dei diritti umani per gli appartenenti alle forze dell’ordine”.
Il ricorso continua però per gli altri cittadini (italiani e non) che si sono rivolti alla Corte e e che giudicano il risarcimento di 45 mila euro non sufficiente.