Bruxelles – Anche il Consiglio Ue ha adottato il regolamento per stoppare il commercio dei cosiddetti “minerali di conflitto” o “minerali insanguinati”, usati per assemblare molti dei prodotti tecnologici che utilizziamo ogni giorno, come gli smartphone e tablet. Il commercio di stagno, tungsteno, tantalio e oro serve troppo spesso per finanziare gruppi armati e conflitti, in particolare nell’Africa centrale. Il nuovo regolamento, che è già stato approvato dal Parlamento europeo, imporrà alle aziende Ue di tracciare la provenienza dei “minerali di conflitto” a partire dal primo gennaio 2021, anche se istituzioni invitano le imprese a farlo il più presto possibile.
L’accordo informale fra Consiglio Ue e Parlamento europeo sul nuovo regolamento era già stato raggiunto nel novembre scorso e, secondo le stime, dovrebbe riguardare il 95% di tutte le importazioni in Ue di stagno, tantalio, tungsteno e oro. L’intesa non aveva però soddisfatto le ong come Amnesty international, secondo cui “l’accordo rappresenta un primo passo nella giusta direzione, ma la legge alla fine rischia di fare molto meno rispetto all’obiettivo”.