dal nostro inviato
Strasburgo – Quella tra l’Unione europea e il Regno Unito “non è mai stata una storia d’amore”, e anche se lo fosse stata è ormai comunque destinata a concludersi. Il Parlamento europeo ha adottato a stragrande maggioranza una risoluzione che stabilisce i principi e le condizioni per l’approvazione della Brexit. Il suo relatore, il responsabile di seguire le trattative per Strasburgo, Guy Verhofstadt, nel suo intervento in Aula ha ricordato che la relazione tra Bruxelles e Londra “non è mai stata facile”, anzi, ha detto, “tra Ue e Regno Unito non è mai stata una vera storia d’amore”, e neanche “un rapporto passionale”, ma piuttosto “un matrimonio di convenienza”.
Il testo, che ha avuto il consenso di popolari, socialisti, liberali, Verdi e sinistra Gue, è stato approvato con 516 voti a favore, 133 contrari e 50 astensioni. Praticamente esclusi dalle discussioni sulla sua stesura i conservatori, gli euroscettici Efdd, e l’estrema destra di Le Pen e Salvini. “Come potevamo discutere il testo con loro che sono per la Brexit e la distruzione dell’Ue?”, aveva spiegato il capogruppo S&D Gianni Pittella motivando questa scelta.
I deputati hanno sottolineato l’importanza di garantire un trattamento equo e paritario ai cittadini Ue che vivono nel Regno Unito e ai cittadini britannici che vivono nell’Ue. “Lavoreremo perché lavoratori, giovani e pensionati non paghino il prezzo della Brexit, gli interessi dei cittadini sono al centro del nostro incarico”, ha garantito il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker.
Nella risoluzione i deputati mettono in guardia contro qualsiasi tentativo di “scambio” tra la cooperazione in materia di sicurezza e il futuro rapporto economico tra Ue e Regno Unito. “Rispediamo al mittente ricatti e ricattucci”, ha tuonato in Aula Pittella rivolgendosi alla premier Theresa May, affermando che il Parlamento “è pronto a usare il suo potere di veto se non verranno rispettate le condizioni stabilite nella risoluzione”.
Per quanto riguarda i futuri rapporti tra il Regno Unito e l’Ue il testo afferma che si potranno discutere eventuali disposizioni transitorie solo quando saranno stati compiuti “notevoli progressi” nei negoziati sulle modalità d’uscita, e tali disposizioni transitorie non potranno durare più di tre anni, mentre un accordo sulle relazioni future potrà essere raggiunto solamente quando il Regno Unito sarà ufficialmente uscito dall’Ue. “Si discute prima il divorzio poi un futuro trattato” che regoli le relazioni tra Londra e Bruxelles, ha chiesto il capogruppo popolare Manfred Weber.
I deputati hanno avvertito che qualora il Regno Unito cercasse di negoziare accordi commerciali con Paesi terzi prima della sua uscita, ciò costituirebbe una violazione dei trattati. Una scelta molto contestata dal leader degli euroscettici Ukip, Nigel Farage, che ha affermato che invece ciò non è scritto nei trattati e ha paragonato per questo l’Ue “alla mafia” perché tratta Londra “come un ostaggio” e “chiede un ricatto”. Affermazioni subito bollate come “inaccettabili” dal presidente Antonio Tajani.
“Non cercheremo mai di punire il Regno Unito, ma gli chiediamo solo di pagare quello che deve, dobbiamo solo saldare i conti né più né meno”, ha affermato il negoziatore per la Commissione, Michel Barnier, rispondendo a Farage. Barnier ha promesso di negoziare “in piena trasparenza”, allo scopo di “ristabilire sicurezza e certezza dove la scelta della Brexit ha invece creato incertezza”.