dal nostro inviato
Strasburgo – Basta con le ambiguità, i popolari europei devono prendere chiaramente le distanze da Viktor Orbán e dal suo partito, Fidesz, che deve essere escluso dal Ppe. A chiederlo è il capogruppo S&D Gianni Pittella, critico sul fatto che l’Ungheria, “dopo aver attaccato la stampa e creato una frattura in seno all’Europa per la questione dei migranti”, adesso “vuole silenziare uno dei centri ungheresi e internazionali principali del sapere e della scienza, la Central European University (Ceu) di Budapest”, Università finanziata fondata da George Soros, un tentativo “del tutto inaccettabile che conferma le nostre preoccupazioni circa il degrado democratico che l’Ungheria sta vivendo a causa di Orban”.
Di fronte a questo gesto, “di fronte ai muri, al bavaglio imposto alla stampa libera, mi chiedo: il livello democratico in Ungheria può ancora essere considerato in linea con i principi e le regole Ue?”, ha attaccato ancora Pittella rivolgendosi poi direttamente al capogruppo dei popolari, Manfred Weber, e al segretario del Ppe, Joseph Daul, per chiedergli: “Cosa deve fare ancora Orban? Cosa deve accadere ancora in Ungheria prima che il Ppe dica qualcosa e prenda posizione?”. Finora, per Pittella, “abbiamo ascoltato solo un fragoroso silenzio, il silenzio dell’imbarazzo”, mentre invece sarebbe necessario che i popolari parlassero “con parole di verità e di chiarezza”.
Sul tentativo del governo di Budapest di chiudere la Central European University è intervenuto anche il presidente della Germania, Frank-Walter Steinmeier, che nel suo intervento in Plenaria, dove era stato invitato a parlare, ha affermato che “l’Europa non può restare in silenzio” se all’Ateneo “viene tolta l’aria per respirare”.