Bruxelles – La Somalia agita i ministri degli Esteri dei Paesi Ue. L’instabilità politica, unita alla siccità che affligge il corno d’Africa e che in Somalia si fa sentire più che altrove, rischia di generare una situazione di difficile previsione e di ancor più difficile gestione. Il consiglio dei ministri riunito a Lussemburgo ha quindi insistito sulla necessità di lavorare con la comunità internazionale per permettere la soluzione dei problemi della Somalia.
Siccità, nuovi rischi immigrazione. La Somalia non ha acqua. Dei 6,2 milioni di somali ad aver bisogno di assistenza alimentare, quasi la metà di essi (2,9 milioni) saranno alle prese con crisi e incertezza alimentare da qui a giugno, picco della stagione agricola messa a dura prova dalla scarsità di acqua. Per questo l’Ue invita le autorità somale e la comunità internazionale a intervenire. In chiave immigrazione, la penuria di cibo e acqua potrebbe spingere somali in marcia. Finora i flussi migratori di somali sono rimasti fenomeni interni al continente. Il grosso dei rifugiati si trova in Kenya e Uganda. I ministri dei Ventotto però sono d’accordo col considerare che la Somalia debba rispondare a “sfide legate a spostamenti forzati e immigrazione irregolare”, che richiederanno “solidarietà, determinazione e una vera partnership”. Da qui la richiesta di un “dialogo complessivo su una gestione congiunta dei flussi migratori”, con la richiesta alla leadership somala di fare della cooperazione con l’Ue in tale ambito “una priorità politica per i prossimi anni”.
Sicurezza, rischi per la stabilità. Nonostante i progressi compiuti negli ultimi anni, nell’Ue c’è “preoccupazione” circa la situazione della sicurezza nel Paese africano. La riforma del settore della sicurezza “è una priorità urgente per il nuovo governo”. Ma serve anche un nuovo slancio dell’insieme degli Stati che sostengono lo sviluppo del Paese africano. L’Unione europea chiede “un nuovo accordo di partnership” tra la Somalia e comunità internazionale, considerato dalla diplomazia europea come “essenziale” ai fini del raggiungimento di progressi concreti per quanto le priorità politiche dei prossimi quattro anni nei settori di sicurezza e sviluppo.