Bruxelles – Gli aumenti alle spese per la Difesa dividono gli Alleati della Nato. Da una parte ci sono gli Stati Uniti di Donald Trump, che sono stanchi di sostenere il grosso delle spese del settore, e dall’altra la Germania che afferma che gli obiettivi concordati sono “irraggiungibili”.
L’impegno degli Stati Uniti verso la Nato “è forte” e resterà tale, ma gli alleati devono capire che Washington non è più disposta a sostenere il bilancio dell’organizzazione in maniera “sproporzionata” rispetto agli altri membri, che quindi devono rispettare gli impegni presi di aumentare il budget destinato alla Difesa investendo il 2% del Pil. Ha detto chiaramente il segretario di Stato, Rex Tillerson, nel suo intervento alla ministeriale Nato a Bruxelles. Per gli Usa l’Alleanza “rimane il fondamento per la sicurezza transatlantica”, ed è anche “fondamentale” per “ contrastare sia le non violente, che a volte violente, agitazioni e aggressioni russe”. Quelle di Tillerson “non sono solo parole”, assicura, ricordando che domani “un battaglione rafforzato con presenza americana verrà schierato in Polonia”.
Il presidente Donald Trump, ha continuato però il segretario di Stato, “ha messo in chiaro che non è più sostenibile per gli Stati uniti mantenere una quota sproporzionata di spese per la Difesa della Nato”, e quindi gli alleati “devono aumentare la spesa e soddisfare gli impegni presi”. Quelli che “non hanno ancora un piano concreto per portare le spese per la Difesa al 2% del Pil entro il 2024 devono farlo ora”, quelli che ce l’hanno già “devono accelerare gli sforzi e mostrare i risultati”, e chi ha già raggiunto questo obiettivo “ci auguriamo che lavori con noi per incoraggiare gli altri a fare di più”, ha chiesto Tillerson.
Ma la Germania ha affermato chiaramente che l’obiettivo del 2% è “irraggiungibile”. Parlando con i giornalisti al suo arrivo alla riunione il ministro degli Esteri tedesco Sigmar Gabriel ha spiegato che destinare quella percentuale del Pil alla Difesa “significherebbe che la Germania dovrebbe destinare 70 miliardi di euro l’anno per l’esercito”. “Non conosco politici in Germania che credono che un aumento della spesa per la difesa al 2 per cento del PIL sarebbe raggiungibile o auspicabile”, ha concluso.
Aumentare le spese per la Difesa e portarle al 2% del Pil “non è qualcosa che si deve fare per compiacere gli Stati Uniti”, ma qualcosa che “i 28 alleati hanno concordato insieme nel 2014”, ha ricordato il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg al suo arrivo alla ministeriale.
Stoltemberg ha elencato i progressi compiuti verso l’obiettivo. La Romania, ha dichiarato, “lo farà già nel 2017 e l’anno successivo lo faranno Lituania e Lettonia”, nel 2015 “si sono fermati i tagli” nel settore Difesa e nel 2016 si è registrato un aumento della spesa “del 3,8%, che vuol dire 10 miliardi in termini reali”. Insomma per Stoltemberg “abbiamo iniziato a muoverci nella giusta direzione”, ma “abbiamo ancora molta strada da percorrere”.