Bruxelles – Quasi 8 cittadini su 10 (76 per cento) si oppongono oggi al biotech nei campi che in Italia sono giustamente vietati in forma strutturale dalla nuova normativa. E’ quanto emerge da una indagine Coldiretti/Ixe’ divulgata in occasione del pronunciamento dell’Avvocato generale della Corte di giustizia Ue sul caso di un agricoltore del 2014 che si riferisce ad un quadro normativo ormai del tutto superato.
L’Italia – sottolinea la Coldiretti – è infatti tra la maggioranza dei Paesi membri dell’Unione che ha scelto di vietare la semina di ogm sulla base della direttiva Ue approvata nel 2015. “Per l’Italia gli organismi geneticamente modificati in agricoltura non pongono solo seri problemi di sicurezza ambientale, ma soprattutto perseguono un modello di sviluppo che è il grande alleato dell’omologazione e il grande nemico del Made in Italy” ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo.
L’agricoltura italiana – prosegue la Coldiretti – è diventata la più green d’Europa con il maggior numero di certificazioni alimentari a livello comunitario per prodotti a denominazione di origine Dop/Igp che salvaguardano tradizione e biodiversità, la leadership nel numero di imprese che coltivano biologico, la più vasta rete di aziende agricole e mercati di vendita a chilometri zero che non devono percorrere lunghe distanza con mezzi di trasporto inquinanti, ma anche con la minor incidenza di prodotti agroalimentari con residui chimici fuori norma e con la decisione – conclude la Coldiretti – di non coltivare organismi geneticamente modificati, come avviene peraltro in 23 Paesi sui 28 dell’Unione Europea.