Bruxelles – Il ritorno al protezionismo Usa potrebbe avere conseguenze dirette, e pesanti, sull’Unione europea. L’amministrazione Usa guidata da Donald Trump starebbe valutando di imporre dazi punitivi del 100% su alcuni prodotti simbolo dell’Europa come gli scooter Vespa (Piaggio), l’acqua Perrier e San Pellegrino (entrambe della Nestle), il formaggio Roquefort, le moto Husqvarna e KTM. Lo scrive il Wall Street Journal affermando che la mossa sarebbe una risposta al bando Ue sulla carne di manzo Usa di bovini trattati con gli ormoni.
La Commissione europea fa sapere attraverso un suo portavoce che “ovviamente stiamo seguendo la situazione da vicino”, ma nessuno sembra seriamente preoccupato per la cosa a Bruxelles. Innanzitutto perché gli Stati Uniti non hanno ancora nemmeno nominato un rappresentante per il Commercio, e poi perché in realtà la partita commerciale per aprire il mercato europeo alla carne con gli ormoni, era stata riportata in auge dall’amministrazione di Barack Obama quando nel dicembre scorso era stato ormai chiaro che il Ttip, l’accordo di libero scambio tra le due sponde dell’Atlantico, non sarebbe andato in porto come sperato. “Agendo su richiesta del settore della carne bovina statunitense”, aveva annunciato sito del Dipartimento per il commercio Usa, era stata fissata una “udienza pubblica” per individuare “particolari prodotti e Stati membri dell’Ue” che possono essere soggetti “all’imposizione di dazi supplementari, con l’obiettivo di risolvere questo contenzioso”.
Le audizioni si sono tenute a Washington a febbraio, e effettivamente alcuni attori interpellati hanno proposto dazi del 100% su alcuni prodotti ‘simbolo’, ma oltre questo non c’è stato nulla di concreto dal punto di vista politico. La guerra tra Usa e Ue per la carne ad ormoni va avanti da anni ma nel 2009 le due parti avevano sottoscritto un accordo in cui Washington si impegnava a non portare Bruxelles al Wto in cambio del permesso di maggior export fino a 60 tonnellate di quella americana non trattata verso l’Europa. Secondo l’accordo i dazi, che comunque sono previsti, devono restare in un determinato range. Certo gli Usa potrebbero portarli al massimo di qual range, ma non al 100%. Finché è in vita questo accordo Trump non potrebbe rivendicare la necessità di “dazi punitivi”, che sono concessi dal Wto per determinati prodotti di nicchia, come appunto sono le Vespe e l’acqua Perrier negli Stati Uniti.
Se l’amministrazione Trump fosse davvero intenzionato ad alzare il tiro (nonostante l’opposizione manifestata da operatori statunitensi dei vari settori coinvolti) e chiedere una modifica del patto stipulato nel 2009 dovrebbe allora avvertire Bruxelles almeno sei mesi prima di agire e se volesse davvero imporre dazi altissimi a qualcuno dei nostri prodotti dovrebbe comunque seguire le procedure del Wto, e la cosa richiederebbe tempo. L’Europa avrebbe insomma tutto il tempo di pensare a una contromossa, sempre che Trump sia davvero intenzionato a iniziare una guerra commerciale con quello che è il principale partner economico del suo Paese.
Una politica più protezionista del presidente Trump metterebbe a rischio 3,8 miliardi di esportazioni di made in Italy agroalimentari in aumento del 6% nel 2016, denuncia uno studio della Coldiretti secondo cui sarebbero a rischio il 10% del totale delle esportazioni agroalimentari italiane nel mondo (38,4 miliardi) con gli Usa che si collocano al terzo posto tra i principali italian food buyer dopo Germania e Francia, ma prima della Gran Bretagna.