Bruxelles – L’Austria ha messo in guardia la sua numerosa comunità turca: ci sono rischi per chi si recherà in Turchia nelle prossime settimane. L’avviso di Vienna arriva dopo che diversi cittadini si sono trovati coinvolti in un giro di vite condotto da parte del governo turco contro i sospetti oppositori del presidente Recep Tayyip Erdogan, riporta l’agenzia Afp.
“Recentemente ci sono stati casi sporadici di cittadini austriaci temporaneamente arrestati, trattenuti, o respinti una volta arrivati in Turchia”, dice l’avvertimento pubblicato sul sito del ministero degli esteri austriaco. Tutto ciò “senza che ci fossero accuse concrete da parte delle autorità turche. In alcuni casi le autorità hanno analizzato dei telefoni cellulari”. L’annuncio, aggiornato mercoledì, non fa riferimento esplicito alla numerosa minoranza turca (di circa 360.000 persone) che vive in Austria, molti dei quali con cittadinanza austriaca. Tuttavia, segue a una purga condotta dalle autorità turche contro sospetti oppositori di Erdogan, dopo il fallito colpo di Stato dello scorso luglio. Secondo il deputato dell’opposizione, Peter Pilz, ci sono stati almeno dieci casi recenti di detentori di passaporto austriaco fermati per un periodo fino a 72 ore una volta arrivati in Turchia.
In altri Stati europei, come Germania e Svizzera, le procure hanno indagato nelle scorse settimane sul possibile spionaggio ai danni delle rispettive minoranze turche da parte di Ankara. A febbraio, la polizia tedesca ha perquisito le case di quattro predicatori musulmani turchi, sospetti di spiare i seguaci di Fetullah Gulen, l’ecclesiastico musulmano in esilio negli Stati Uniti e che Erdogan considera responsabile del fallito colpo di stato. I quattro imam sono sospettati di appartenere alla Ditib, un’organizzazione controllata da Ankara che cui fanno capo circa 900 moschee e comunità religiose in Germania. In Austria, il ministero degli interni ha detto in febbraio che stava indagando sull’accusa che l’Atib, omologa austriaca della Ditib, “fosse coinvolta nella sorveglianza di sostenitori del movimento di Gulen, così come di curdi, oppositori e giornalisti”.
L’avviso del ministero degli esteri austriaco segue le parole del ministro degli interni tedesco, che negli scorsi giorni aveva definito “inaccettabile” la possibilità che Stati esteri spiino le persone che vivono in Germania. La Turchia, dove tra un paio di settimane si terrà un importante referendum costituzionale che potrebbe dare maggiori poteri al presidente Erdogan, non sembra però aver alcuna intenzione di silenziare le polemiche coi Paesi europei. Al contrario, l’apparato di sorveglianza di Ankara continua a tenere sotto stretto controllo le numerose minoranze turche che vivono nell’Ue, spesso con metodi che stridono con la legalità e il rispetto della privacy.