Bruxelles – Una discussione “surreale” ha portato oggi gli ambasciatori degli Stati membri dell’Ue a rivedere al ribasso la proposta della Commissione che consentiva il finanziamento al 100% con i fondi europei (Fondo di coesione) delle spese di ricostruzione nelle aree colpite da terremoti o altre calamità naturali, un provvedimento che avrebbe avuto effetti importanti sul centro Italia di recente colpito dal sisma. Nelle conclusioni del Coreper di oggi si spiega che alcuni Paesi ( a quanto si apprende Germania, Austria, Olanda, Finlandia, Svezia e Gran Bretagna) hanno ritenuto che la decisione non sarebbe stata in linea “con la logica dell’attuale politica coesione”, secondo cui i progetti “devono essere co-finanziati sia da dall’Ue e che con fondi nazionali” e per questo il co-finanziamento viene portato al 90%.
Ha parlato di una “discussione assolutamente surreale”, il rappresentante permanente italiano all’Ue, l’ambasciatore Maurizio Massari, secondo cui “è evidente a tutti che la proposta della Commissione, che abbiamo molto apprezzato, era un atto importante di solidarietà politica nei confronti delle nostre popolazioni terremotate”, una proposta che per giunta “non aggiungeva nuovi fondi, non introduceva nuovi criteri per lo stanziamento, e soprattutto non andava ad inficiare i pilastri della politica di coesione”.
E se guardiamo alle cifre che sarebbero assegnate all’Italia la discussione sembra davvero surreale. I danni per il terremoto in Italia sono stati stimati a 23,5 miliardi di euro, dei quali l’Europa ha promesso di fornirne almeno 1,2-1,3 dal Fondo di solidarietà. In aggiunta a questi soldi ci sarebbero stati i Fondi di coesione che, con l’ok al finanziamento al 100% Ue, avrebbero portato al nostro Paese altri 200 milioni dal Fondo europeo di sviluppo regionale. Abbassando la soglia di cofinanziamento al 90% i fondi passerebbero a 180 milioni, e l’Europa risparmierebbe insomma solo 20 milioni che per Bruxelles sono spiccioli. Il testo comunque ora dovrà essere discusso nei Triloghi, le trattative a tre tra Consiglio Ue che rappresenta gli Stati, la Commissione e Parlamento, con questi ultimi due che proveranno a difendere la proposta iniziale.
“Gli Stati membri hanno perso l’ennesima occasione per mostrarsi vicini ai bisogni dei propri cittadini”, ha dichiarato l’eurodeputato del Pd Andea Cozzolino secondo cui “in Consiglio, una minoranza di sette Paesi guidata da Germania e Olanda si sono opposti alla proposta della Commissione Ue”, con “un gesto di puro e insensato egoismo che ci lascia perplessi”.
“Gentiloni a Roma ha chiesto ai leader europei una vera solidarietà Ue ed ecco la risposta”, ha attaccato la capodelegazione del Movimento 5 Stelle al Parlamento europeo, Rosa D’Amato, secondo cui ora “abbiamo la conferma del fallimento del governo Gentiloni e del suo partito. Un fallimento sulla pelle dei cittadini e dei territori colpiti dal sisma”. “Altro che populismo – conclude D’Amato – Il problema dell’Europa è l’egoismo di una classe politica europea che si piega a lobby e multinazionali, calpestando le reali istanze dei cittadini. Anche di fronte a una situazione drammatica come quella del terremoto”.