Bruxelles – Tredici Stati membri hanno firmato una lettera di notifica chiedendo l’avvio di una cooperazione rafforzata per la creazione di una Procura europea (Eppo). I Paesi in questione sono Finlandia, Slovacchia, Slovenia, Repubblica Ceca, Portogallo, Francia, Germania, Lussemburgo, Lituania, Spagna, Bulgaria, Romania e Grecia. Si tratta di una delle prime iniziative che mette in pratica l’idea dell’Europa a più velocità.
La creazione di un Procura europea con poteri di indagare, perseguire e consegnare alla giustizia chiunque commetta frodi lesive degli interessi finanziari dell’Ue: sono queste le basi dell’accordo firmato dai ministri della giustizia dei 13 Stati membri che si sono incontrati informalmente ieri, al termine del Consiglio Giustizia. Visto che non tutti gli Stati membri hanno adottato questa iniziativa fino ad ora, circa 50 miliardi di euro in entrate Iva vanno perduti ogni anno a causa delle frodi transnazionali, sottolinea New Europe.
Ungheria, Malta e Olanda hanno già chiarito che non intendono supportare questa proposta. La via da seguire rimane quindi quella della cooperazione rafforzata, cioè lo strumento previsto dai Trattati per avviare progetti cui non devono obbligamente aderire tutti i Paesi membri. Anche l’Italia dovrebbe essere interessata all’iniziativa, visto che un procuratore europeo potrebbe aiutare le autorità italiane nella lotta alla criminalità organizzata. “Sarebbe un segnale sbagliato se l’Italia non fosse tra i sostenitori di questa proposta”, ha detto una fonte dell’Ue sentita da Euobserver, e di fatto stupisce non trovare il nostro Paese nell’elenco dei partecipanti, dopo l’impegno speso sulla Procura europea dalla presidenza italiana di turno dell’Ue, nalla seconda metà del 2014.
Il piano degli Stati che hanno chiesto la cooperazione rafforzata è ora di mettere a punto un testo, in modo da venire incontro alle richieste di coloro che si sono uniti al progetto e per capire i costi dell’iniziativa. Una volta trovato l’accordo sul testo, sarà necessario adottarlo col consenso del Parlamento europeo. L’Eppo, qualora entrasse in funzione, lavorerebbe fianco a fianco con l’Olaf, l’ufficio anti frode europeo. Al momento quest’ultimo può comunicare i propri casi investigativi ai pm nazionali, ma solo la metà di questi porta avanti le indagini.