Bruxelles – “Thanks and goodbye”. Grazie e arrivederci. L’unica cosa non scritta del breve discorso di Donald Tusk è la formula di saluto con cui il presidente del Consiglio europeo congeda di fatto il Regno Unito nel giorno in cui Londra ha notificato l’intenzione di porre fine alla sua esperienza nell’Unione europea. Parole che chiudono il primo momento di un periodo destinato ai libri di storia. Da adesso, come Tusk ha scritto a nome dei Ventisette, si inizia a lavorare alle linee guida che dovranno dettare l’agenda negoziale. Un prima bozza Tusk le sottoporrà ai capi di Stato e di governo già venerdì. L’obiettivo è arrivare al vertice straordinario del 29 aprile con il documento pronto e auspicabilmente sottoscritto. Si vedrà. Oggi conta la giornata nera dell’Ue. “Non c’è ragione per pretendere che questo sia un giorno felice e non lo pretendo”, la premessa con cui Tusk ha aperto il suo mini-discorso dopo aver ricevuto la lettera che avvia la Brexit. “Ci mancate già” ha poi concluso.
Il polacco fresco di rinnovo ha parlato per poco più di tre minuti. Tre minuti e 27 secondi di dichiarazione pubblica e niente domande. Ce ne sono già troppe davanti all’Ue. Come ridisegnare l’Europa, come tenerla insieme, come “contenere i danni”. E’ la priorità numero uno in questo momento. “Il nostro obiettivo – ha rivelato Tusk – è minimizzare il costo della Brexit per le persone, le imprese e per gli Stati membri”. Perché è certo che oltre al rebus politico e al rompicapo giuridico che il congedo britannico rappresenta, la Brexit avrà ricadute economiche, per entrambe le parti. Ma Tusk ha fiducia che la risposta sarà quella giusta. “Abbiamo tutti gli strumenti per raggiungere il nostro obiettivo”.
Minimizzare i costi economici può anche essere possibile, non fosse altro per le esigenze di bilancio di alcuni governi e l’ossessione per i conti di altri. Diverso sarà invece il compito, non semplice perché non scontato, di evitare contraccolpi politici. Tusk nei suoi tre minuti ha ostentato sicurezza. “La Brexit ci ha reso una comunità di 27 più forte e più determinata di prima, e oggi posso dire che resteremo forti e determinati anche in futuro”. In questo ha voluto andare controcorrente, continuando a puntare su un’Unione europea su cui sempre meno, oggi, sono pronti a scommettere. E’ quello che dirà ai capi di Stato e di governo tra pochi giorni. “Venerdì condividerò una proposta di linee guida negoziali con gli Stati membri”. La Brexit è iniziata. Ora avanti compatti. “Paradossalmente c’è qualcosa di positivo nella Brexit”, l’unità dei Ventisette. Almeno questa è la speranza di Tusk.