Bruxelles – La Commissione ha deciso di “proibire” la fusione tra le borse di Londra e Francoforte, e lo fa proprio nel giorno in cui Londra notifica formalmente la sua volontà di uscire dall’Unione europea attivando l’articolo 50. L’operazione, che secondo i soggetti interessati avrebbe dovuto creare la piazza affari più grande d’Europa, sarebbe contro le regole di concorrenza comunitarie. Per questo motivo la commissaria responsabile, Margrete Vestager, ha bocciato la proposta di unione. “La Commissione non può permettere la creazione di monopoli”, e la fusione tra Deutsche Borse (Db) e London Stock Exchange (Lse) “avrebbe ridotto in maniera significativa la concorrenza creando un monopolio di fatto in un settore cruciale” per l’economia, ha spiegato la commissaria alla Concorrenza. “In alcuni mercati Db e Lse forniscono gli stessi servizi, e la loro unione formerebbe un monopolio di fatto”.
A Bruxelles assicurano che il fatto che la decisione arrivi nel giorno in cui Londra notifica formalmente la Brexit sia un caso. Il progetto di fusione era già compromesso e l’annuncio non deve sorprendere. La Commissione europea aveva già fissato per fine marzo la data di pronunciamento, prima ancora che la premier britannica annunciasse l’avvio dell’iter della Brexit per oggi. Bruxelles aveva sollevato dubbi, ma non aveva bloccato l’operazione. Da parte di Vestager c’era stata disponibilità a concedere la fusione, per quanto condizionata. Lse, che detiene Borsa Italiana dal 2007, avrebbe dovuto cedere Mts, la piattaforma dove in Italia si scambiano all’ingrosso di titoli obbligazionari europei, in particolare Titoli di Stato italiani. “La vendita di Mts poteva essere la soluzione, ma Lse non ha voluto vendere”, ha sottolineato Vestager. “Non sono stati dissipati i nostri dubbi, e non possiamo approvare la fusione nei termini in cui i due soggetti la propongono”.