Bruxelles – L’aspetto industriale della politica spaziale europea non può essere affidato a un singolo operatore. Al contrario, serve “una piattaforma” di imprese europee per garantire la competitività del settore. Ne è convinto il deputato europeo Massimiliano Salini (Fi-Ppe), come scritto nella lettera inviata al presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, a proposito della gara europea per i satelliti Galileo, il sistema Ue di osservazione satellitare della Terra. “La situazione dei satelliti Galileo presenta criticità legate al recente malfunzionamento di alcuni componenti in orbita”. Al progetto dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa), scrive Salini, “serve una piattaforma industriale ampia e trasversale, che coinvolga non solo la tedesca Ohb, ma anche il consorzio a guida italiana Thales Alenia Space, joint venture con Leonardo-Finmeccanica, e composto da Italia, Francia, Spagna e Belgio”.
Galileo è un programma finanziato dall’Unione europea. Per il periodo di bilancio 2014-2020 circa sette miliardi di euro sono destinati per il programma. Secondo Salini “uscirebbe rafforzato dalla presenza di più fornitori”. Da un punto di vista pratico ed economico “la soluzione del doppio fornitore taglierebbe i costi di manutenzione dopo i lanci, impedirebbe un monopolio a beneficio della sola Germania, nocivo per gli equilibri europei, e ridurrebbe i rischi generali del programma spaziale”.
A pensarla così anche la vicepresidente del gruppo dei Popolari, Françoise Grossetête, i socialisti Patrizia Toia (Pd) e Marc Tarabella, il liberale Jean Arthuis (Alde) e la popolare Pilar Del Castillo (Ppe). I deputati europei hanno firmato la lettera indirizzata a Juncker, a testimoniare l’esistenza di un problema avverito in modo trasversale in Parlamento europeo.