Bruxelles – La crisi diplomatica tra la Germania e la Turchia non sembra placarsi, anzi si aggiorna di un altro episodio di tensione. Sembra infatti che Ankara abbia spiato centinaia di cittadini turchi che vivono in Germania, col pretesto che siano sostenitori di Fethullah Gulen, ecclesiastico musulmano in esilio negli Stati uniti e che il presidente Recep Tayyip Erdogan considera responsabile del fallito colpo di Stato dello scorso anno.
Secondo il quotidiano Sueddeutsche Zeitung e altri due media tedeschi, il capo dei servizi segreti turchi, Hakan Fidan, avrebbe consegnato al suo omologo tedesco Bruno Kahl, nel corso di una conferenza sulla sicurezza tenutasi a monaco lo scorso febbraio, una lista di centinaia di nomi di sostenitori di Gulen – che Ankara considera oppositori del governo – i quali vivono in Germania. Si parla di circa 300 individui e 200 organizzazioni di cui Ankara avrebbe fornito indirizzi, numeri di telefono, ma anche alcune foto di sorveglianza scattate di nascosto.
Clear message to #Erdogan: #Germany will not tolerate foreign espionage on its territory, interior minister Thomas #deMaizière said. #Gulen pic.twitter.com/cpiQgYA7j3
— DW Politics (@dw_politics) March 28, 2017
Probabilmente il governo turco si aspettava una cooperazione da parte dei servizi segreti tedeschi, ma la reazione di Berlino è stata durissima. “Abbiamo detto diverse volte alla Turchia che tutto questo è inaccettabile”, ha commentato il ministro degli interni tedesco Thomas de Maizière, aggiungendo che “qualsiasi cosa si pensi del movimento di Gulen, le leggi della Germania si applicano qui. Coloro che vivono sul territorio tedesco non saranno spiati da Stati stranieri”. Il ministro dell’interno della Bassa Sassonia, Boris Pistorius, ha usato parole ancora più dure per commentare la posizione di Ankara: “dobbiamo dire molto chiaramente che (i sospetti del governo turco su Gulen, ndr) hanno a che fare con la paura del complotto che si può classificare come paranoia”.
Si tratta dell’ennesimo episodio di tensione tra Berlino e Ankara, dopo l’arresto di un corrispondente tedesco a Istanbul e la protesta di Erdogan, che aveva parlato di “pratiche naziste” in seguito al divieto ad alcuni ministri turchi di tenere comizi in Germania in vista del referendum. Recentemente il presidente turco ha anche accusato Berlino di sostenere i terroristi curdi. Peraltro, da ieri sono aperte le urne per gli 1,4 milioni di turchi con diritto di voto residenti in Germania, che potranno esprimere il loro parere nel referendum sulla riforma costituzionale voluta dallo stesso Erdogan e che rafforzerà molto i poteri del presidente turco. Il voto sarà possibile in Germania fino al 9 aprile, mentre in Turchia il referendum è fissato per il 16 aprile. Il tabloid tedesco Bild si è rivolto ai suoi numerosi lettori di origine turca con un pezzo dal titolo: “Ataturk avrebbe votato no”, in cui si spiega come il padre fondatore della moderna Turchia si sarebbe opposto alla riforma.