Roma – “Abbiamo preso un impegno di correzione dello 0,2% del Pil” per quanto riguarda la manovra aggiuntiva che verrà varata “a metà aprile” con un decreto, “di questo si tratta e questo sarà”, promette il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni. Sembrano smentite, dunque, le voci sulla possibilità di una correzione inferiore ai 3,4 miliardi di euro chiesti dalla Commissione europea.
“Il governo ha sempre indicato che non sarebbe stata un’operazione depressiva”, ha ricordato Gentiloni, confermando la volontà di non alzare la pressione fiscale, come chiede anche l’ex segretario del Pd, Matteo Renzi, contrario a ipotesi di aumento delle accise e delle imposte indirette, che pure il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, aveva indicato tra gli strumenti cui ricorrere per accontentare Bruxelles. La “manovrina”, a questo punto, dovrebbe puntare tutto sui tagli alla spesa e sul recupero dell’evasione fiscale. Non solo, dovrebbe anche contenere “misure che rilancino la crescita”, aggiunge il premier.
Per l’inquilino di Palazzo Chigi, bisogna tenere comunque “distinta” la correzione della manovra per il 2017 dalla Legge di bilancio per il 2018. La finanziaria per il prossimo anno sarà definita a ottobre, ha sottolineato Gentiloni, e per allora si “aprirà una fase sui livelli di attuazione del Patto di stabilità e sulla flessibilità relativa alla sua applicazione”. È “una discussione in corso con la Commissione europea e non riguarda solo l’Italia”, precisa il capo dell’esecutivo, annunciando che il governo ha intenzione di partecipare a questo dibattito “perché la flessibilità non solo è possibile, ma è necessaria nel momento in cui, in Europa, la crescita va incoraggiata e non depressa”.