Bruxelles – Il discorso del Papa ai leader dell’Ue “ha deluso tutti coloro che si aspettavano (o speravano) una ramanzina ai politici”, perché “Francesco ha fatto molto di più. Ha preferito far sentire alta la sua voce nel sottolineare l’importanza della identità europea: non siamo, non possiamo e non vogliamo soltanto essere ‘un insieme di regole da osservare, un prontuario di protocolli e di procedure da seguire'”. Lo scrive Antonio Tajani, presidente del Parlamento europeo, in una nota per il Servizio informazione religiosa Sir all’indomani dell’incontro in Vaticano in occasione del 60° dei Trattati di Roma.
“Mentre parlava mi tornavano alla mente, in rapidissima successione, le grandi conquiste della nostra civiltà e i valori sui quali si fonda”, prosegue Tajani: “Libertà e centralità della persona sono conquiste che nel corso dei secoli il cristianesimo ha forgiato, difeso, tramandato. Per gli antichi greci la libertà era soltanto quella che garantiva l’indipendenza del territorio dove vivevano dalla minaccia delle invasioni. Roma, ma, soprattutto, il cristianesimo hanno trasformato quel modello di libertà nella libertà dell’uomo. E da qui la centralità della persona nella società. Tradotto in politica vuol dire: mettere sempre e comunque al centro i cittadini”.
Riflettendo anche sulla visita del Papa a Milano, Tajani conclude: “Non è soltanto una questione di fede, il messaggio costruttivo di Francesco raggiunge anche coloro che appartengono ad altre religioni. Come dimostra l’incontro con la famiglia musulmana. È con il dialogo che si vince l’intolleranza e si combattono i fondamentalismi. Insomma, le giornate di venerdì e sabato ci dimostrano quanto il cristianesimo possa dare ancora all’Europa. Non è solo una questione di radici, è qualcosa che permea il nostro presente e che contribuirà alla costruzione del nostro futuro”.